Zarepta, il presidente Bruni: “Aumentate sensibilmente le richieste di pasto con l’emergenza”
ASCOLI – Ormai è riduttivo parlare meramente di emergenza sanitaria. Il Covid, oltre a mettere al centro la tutela della salute, ha avuto altrettanti effetti indesiderati. Il rischio di veder nascere delle nuove povertà ascolane è un fenomeno abbastanza plausibile, stando ai dati che il presidente della Zarepta ci ha fornito. Riportiamo di seguito l’intervista che gli abbiamo fatto.
“Noi abbiamo tanti volontari anziani e con malattie pregresse – alcune anche gravi -. Questo fattore ci ha portato a modificare la preparazione e la somministrazione – optando per l’asporto – degli alimenti, tenendo sempre operativa la mensa. Siamo riusciti a tenerla aperta grazie alla collaborazione dell’Emporio della Caritas, cui va il nostro ringraziamento. La nostra fortuna è quella di essere parte di una rete, la rete della Solidarietà ascolana. Dati alla mano, nel 2019 avevamo circa 51 pasti giornalieri, sotto Covid siamo arrivati a 75. Questo vuol dire che c’è stato un incremento è del 50%. Ora viaggiamo alla media di 60 domande di pasto, sempre un dato elevato. Fortunatamente siamo riusciti a soddisfare tutti. Sono ventiquattr’anni che aiutiamo la comunità con un pasto al giorno, il pranzo. Noi non chiediamo nulla a tutti i nostri utenti, se non il nome per avere un minimo di tracciamento e poterli censire. Molti non vogliono lasciarlo perchè si vergognano. La difficoltà è anche per chi ha delle spese correnti da sostenere – e non riesce a farne fronte – e si trova lì per la prima volta. Preoccupa ciò che sento, sempre dalla Caritas, la quale mi riferisce che a chiedere i pacchi viveri si sono presentati parrucchieri ed estetiste.
Da una quindicina di giorni abbiamo riaperto la cucina (in precedenza i pasti venivano preparati all’esterno). Ad oggi continuiamo con l’asporto. Il prossimo obiettivo è quello di cercare di riaprire la sala mensa, speriamo di riuscire a farlo quanto prima, sia pure con le dovute cautele. La mescita dei pasti con la modalità ordinaria, alla riapertura della sala mensa, sarà vantaggiosa per tutti e un po’ meno onerosa per noi. Noi abbiamo una sala molto grande. In un contesto normale riusciamo ad avere quaranta coperti. Seguendo le normative, sia regionali che statali, credo che riusciremo a farne tra i quindici ed i venti alla volta. La nostra mensa, fortunatamente, si trova in un posto che favorisce il ricircolo d’aria – anche, e soprattutto, per la presenza di molte finestre -. Minori coperti e richieste che aumentano? Vorrà dire che prenderemo in considerazione l’ipotesi di fare dei turni. Io sono molto ottimista nei confronti del mio Paese. Credo che riusciremo a non lasciare indietro nessuno.”
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