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Via libera per i lavori alla Chiesa della Madonna del Ponte. Castelli: “Risultato frutto fattiva collaborazione per edificio di culto caro ad abitanti di Porta Cartara”
È stata una delle prime chiese cittadine a riportare danni evidenti e, di conseguenza, ad essere di-chiarata inagibile. Un luogo simbolo per il quartiere di Porta Cartara e per Ascoli, situato all’ingresso del centro storico, presso uno degli accessi al cuore delle “cento torri”.
La Chiesa della Madonna del Ponte compie un importante passo in avanti verso la riapertura. La Conferenza per-manente, infatti, ha espresso parere positivo sul progetto di riparazione post sisma. Da oggi, dunque, la Diocesi potrà avviare la gara per l’aggiudicazione dei lavori, per un importo complessivo di 224.505 euro.
«Un risultato raggiunto grazie alla fattiva collaborazione tra i vari enti coinvolti, tra cui la Struttura commissariale, la Regione Marche, l’Ufficio speciale per la ricostruzione e la Diocesi – spiega il Commissario Straordinario alla Ripa-razione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli-. Conosciamo il valore che questa chiesa riveste soprattutto per gli abitanti di Porta Cartara, che vi sono molto legati. Nonostante le tante difficoltà, continuiamo a lavorare notte e giorno per restituire alle comunità del sisma quanto il terremoto ha loro sottratto».
Di origini settecentesche, la chiesa si distingue per la semplicità della sua struttura architettonica, di forma ellittica, sviluppandosi per un’altezza massima di circa 10 metri oltre la quale si innalza una lanterna centrale finestrata, anch’essa di forma ellittica, parzialmente crollata dopo le scosse del 2016/2017.
Tra gli interventi previsti dal progetto, dunque, vi sarà anche la ricostruzione della muratura sommitale crollata della lanterna ed il consolidamento di quest’ultima, tramite il rifacimento del cornicione, la messa in opera di un cordolo acciaio-legno sulla sommità e il rifacimento della struttura di copertura in legno.
La maggior parte dei lavori è previsto all’esterno, ad esclusione della chiusura della nicchia che oggi ospita il confessionale.
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