Verso le reti cliniche nelle Marche: definite le linee di indirizzo per una presa in carico globale del paziente
Gestire la malattia in maniera integrata: per questo nascono le ‘Reti clinico-assistenziali’. La Regione Marche ha definito le linee di indirizzo, un passaggio fondamentale, che dà attuazione alle strategie delineate nel Piano Socio Sanitario Regionale. Le reti cliniche rappresentano ‘aggregazioni funzionali’ di servizi e operatori che lavorano insieme in modo continuativo e coordinato per raggiungere obiettivi comuni e garantire percorsi di cura di alta qualità, come previsto da DM n.70/2015 e recepito dal Piano Socio Sanitario della Regione Marche 2023-2025.
L’obiettivo è quello di rendere più accessibile l’offerta sanitaria nelle Marche, orientando cittadini e operatori sanitari per una presa in carico globale.Le reti si distinguono in tempo-dipendenti e non tempo dipendenti. Le tempo-dipendenti sono quelle in cui il fattore tempo è determinante e sono: la cardiologica per l’emergenza, quella dell’ictus, del trauma, della neonatologia e dei punti nascita.
Il modello individuato è quello “HUB e SPOKE” dove gli HUB sono responsabili della gestione dei casi più complessi, con personale altamente specializzato, tecnologie avanzate e risorse per gestire l’alta intensità di cure. Gli SPOKE erogano invece servizi di minore complessità e garantiscono la continuità della cura collaborando con l’HUB di riferimento.
Le reti non tempo-dipendenti puntano invece su una gestione integrata della malattia che vada dalla prevenzione, alla diagnosi, al trattamento, alla riabilitazione. Per entrambe la governance si basa su due livelli: un Coordinamento Regionale e Comitati Locali presso gli Enti del SSR. Il Coordinamento Regionale prevede la presenza del Direttore e dei Dirigenti competenti dell’ARS, dei Direttori Sanitari degli Enti del SSR che partecipano alla rete e di un Referente Clinico in qualità di responsabile operativo della rete.
Tra i compiti: quello di diffondere e promuovere protocolli e procedure uniformi, formulando indirizzi tecnico-operativi, promuovere la formazione, verificare il funzionamento e i risultati raggiunti della rete regionale, e implementare un sistema informatico a supporto della stessa rete. Ciascun Ente del SSR istituisce il proprio Comitato Locale che gestisce le attività in coerenza con le indicazioni regionali ed è composto da: un Referente clinico che coordini le attività di sviluppo e programmazione, un Referente per ogni Direzione Medica Ospedaliera, uno per ogni Unità Operativa/Servizio coinvolto nella rete/PDTA, un Referente delle Direzioni Professioni Sanitarie, uno referente per ogni Distretto e per i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta delle AST, un Rappresentante per cittadini/pazienti, e altre figure ritenute necessarie.
Tra le attività principali: la promozione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), lo sviluppo di protocolli e procedure per la presa in carico e la soddisfazione dei bisogni dei cittadini, le attività di audit clinico assistenziale e organizzativo, la verifica delle attività e il controllo degli obiettivi. Le reti cliniche regionali, attraverso l’attribuzione di specifiche responsabilità organizzative, puntano a garantire le competenze più adeguate e le risposte più efficaci, l’equità dell’accesso ai servizi sulla base delle necessità, ma anche un utilizzo adeguato di personale, tecnologia e spazi. L’obiettivo finale è di superare la logica aziendale o di struttura per rispondere in modo ampio e coordinato a problematiche complesse, in attuazione dell’Accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2018.
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