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Ventun anni senza Costantino Rozzi, figura di riferimento per tutto il Piceno
Ventun anni senza il Presidente.Tanto è passato dalla scomparsa di Costantino Rozzi. Alle 16:45 di domenica 18 dicembre 1994 arrivò la triste notizia, pochi minuti dopo che la sua squadra aveva conquistato la terza vittoria stagionale contro il Pescara al Del Duca.
ASCOLI IN ITALIA – “Se Ascoli oggi è sulla mappa e conosciuta da tutti, il merito è di Costantino”. Queste le parole di patron Bellini che neanche lontanamente vuole accostarsi al paragone con il Presidentissimo, ritenuto un portento per ciò che ha saputo costruire e fare per la città di Ascoli. Il Piceno sotto il profilo del turismo, delle infrastrutture, del sociale e del calcio è cresciuto in modo esponenziale grazie a Costantino Rozzi. Non accettò il riordino universitario che portò la città a privarsi della Facoltà d’Agraria, lavorando in prima persona per la progettazione ad Ascoli della Facoltà di Architettura. Ancora oggi il segno tangibile di chi è stato Rozzi rimane in tutta Italia. A chiunque sarà successo almeno una volta aver sentito: “Sei di Ascoli? Ah sì, la città di Rozzi”. Lo stesso Rozzi ammise che si lasciò convincere da alcuni amici nell’acquisto dell’Ascoli, e mai si sarebbe immaginato che quel giocattolo avrebbe raggiunto traguardi importanti. Lo scopo di Costantino fondamentalmente era anche questo, far conoscere Ascoli tramite l’Ascoli Calcio e non solo per le sue squalifiche, con l’obiettivo di creare un circolo economico favorevole per tutto il territorio.
L’ESUBERANZA DEL PRESIDENTE – Indubbiamente Rozzi è stato uno dei pochi presidenti – assieme a Romeo Anconetani – veramente “malato” della propria squadra. La domenica si trasformava in tifoso perchè “l’Ascoli è degli ascolani e lo spettacolo è degli ascolani” affermava orgogliosamente Costantino. Nonostante considerasse in un primo momento il calcio un manicomio, ne fu subito assuefatto. Impossibile non ricordare le scaramanzie dei calzettoni rossi durante le partite, le vane crociate contro lo svincolo, a favore del sorteggio arbitrale e le incontenibili apparizioni in Tv, dove Rozzi si agitava, gesticolava, distribuiva accuse e rampogne, interrompeva, criticava, precisava e puntualizzava per far valere le sue ragioni e quelle dell’Ascoli Calcio, troppo spesso vista come piccola realtà che aveva poco a che fare con la massima serie.
L’ASCOLI CALCIO – Dal 1968 Rozzi divenne presidente dell’Ascoli. Nella stagione 71/72 arrivò la prima promozione in cadetteria con Mazzone sulla panchina bianconera. Dopo due anni invece arrivò la massima serie. In cento giorni costruì la parte superiore dello stadio Del Duca e la squadra riuscì ad accumulare ben 14 stagioni in Serie A seppur non consecutive. Nel 1987 indimenticabile la conquista della Mitropa Cup. E poi il rapporto con la tifoseria, sempre sostenuta e portata su un piatto d’argento, e quello con i giocatori, in cui non disdegnava dall’usare carota e bastone.
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