USB e Nursind manifestano davanti alla sede della Regione
USB e NurSind invitano “Tutte i lavoratori licenziati e i lavoratori in “scadenza”, nonché tutti i dipendenti dell’AST di Ascoli Piceno, poiché ulteriori riduzioni del personale in servizio avranno inevitabili ripercussioni su di noi, con un aumento dei carichi di lavoro e un rischio clinico già insostenibile.Attualmente, i lavoratori precari prorogati sono 173 in totale, di cui 124 sono infermieri e operatori socio-sanitari. Un lavoratore OSS vedrà scadere il suo contratto entro le prossime 48 ore, precisamente il 19 gennaio. Entro la fine del mese di gennaio, si aggiungeranno alla lista altri 5 dipendenti, di cui 1 OSS, 3 Ausiliari e 1 Fisioterapista.A febbraio, altri 8 lavoratori precari, di cui 7 infermieri e 1 OSS. Nel mese di marzo, il numero aumenta a 15, di cui 11 OSS, in conformità con quanto indicato nella determina scritta per la ristrutturazione. Ciò suscita forti dubbi alle scriventi: il Direttore Generale Natalini ha già preso la decisione di chiudere dei reparti? E quando ha intenzione di comunicarlo alla cittadinanza, ai Sindaci, alla RSU e alle organizzazioni sindacali? Quali reparti sono coinvolti? In quale presidio avverrà la chiusura? Inutile dire che senza immediata smentita riteniamo tali decisione inaccettabile!
Pertanto, chiediamo che venga immediatamente avviata la procedura di stabilizzazione Covid SUBITO, con la pubblicazione della graduatoria per tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti necessari, inclusi coloro che sono stati licenziati alla fine del 2023″ dicono.
“Le condizioni di lavoro attuali sono già inaccettabili. I lavoratori continuamente si vedono negare diritti fondamentali, come le ferie e il corretto pagamento delle ore di straordinario, eccetera. Riteniamo che il Direttore Generale, la Dott.ssa Natalini, e l’intera Dirigenza di AST AP dovrebbero rassegnare le dimissioni. La Regione Marche deve immediatamente stanziare risorse per la proroga e la stabilizzazione dei lavoratori Covid. Tuttavia, scopriamo che continua a ridurre i finanziamenti alla sanità pubblica dell’ AST AP di 19 milioni di euro, il che è inaccettabile. Inoltre, la Corte dei Conti ha evidenziato che la Regione Marche ha speso 12 milioni di euro in meno rispetto al tetto di spesa per il personale, come indicato nella sua relazione.
Ora è inammissibile che vengano ulteriormente sottratte risorse umane alla sanità pubblica, mandando a casa lavoratrici e lavoratori precari. Sono necessarie, inoltre, nuove assunzioni, da mobilità, concorsi, ecc., per garantire ai cittadini il diritto alla salute attraverso la sanità pubblica. Basta finanziare il privato, basta perdere posti di lavoro” concludono Usb e Nursind.
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