Una storia incredibile: la Questura di Pisa gli notifica il DASPO, ma lui allo stadio non era presente

La giustizia a volte può rappresentare l’assurdità. Quello che è capitato ad un ragazzo ascolano, Andrea Fazzini, ne è piena testimonianza.

LA VICENDA – La Questura di Pisa, in merito alla partita del campionato passato Pisa-Ascoli, ha emesso il 20 aprile scorso il DASPO per anni 4 al ragazzo ascolano, il quale avrebbe aggredito un polizioto fuori dallo stadio. Ma Andrea quella sera era nella sua abitazione ad Ascoli: “La mattina il mio assistito andò all’università, il pomeriggio si recò in palestra, timbrando tra l’altro anche il cartellino e la sera vide la partita in tv assieme alla sua famiglia – afferma l’avvocato che difende Fazzini, Roberto Mestichelli – il 20 aprile la Digos di Ascoli effettuò una perquisizione a casa di Andrea alle 7 di mattino. Chiamai subito il PM Mantovani, il quale con molta umanità delegò la Questura di Pisa per accertare le circostanze dedotte nella memoria difensiva. La Questura di Pisa, a sua volta, delegò la Questura di Ascoli. Dopo due mesi di indagini, la Digos di Ascoli inviò alla Questura di Pisa gli accertamenti che consentirono di escludere la presenza di Andrea Fazzini allo stadio di Pisa. I primi di luglio il P.M. mi avvisò della richiesta di archiviazione. Ora siamo in attesa che il GIP formalizzi la richiesta di archiviazione nei confronti del mio assistito – continua l’avvocato – sono già passati tre mesi. Il vero problema qui è che c’è un soggetto che ha commesso un reato molto grave e può girare tranquillamente in tutti gli stadi d’Italia, mentre Andrea che quel giorno era assieme alla sua famiglia non può addirittura guardare una partita di suo fratello che gioca con la Primavera dell’Ascoli. E’ stato anche un danno d’immagine notevole nei suoi confronti. La Questura di Pisa sa bene che Andrea non ha commesso alcun reato, ma ancora il DASPO non è stato revocato”.

LIBERTA’ PRIVATA – “Hanno privato la mia libertà – afferma Andrea Fazzini – oltre al fatto di non poter andare a vedere la mia squadre del cuore, quello che mi fa ancor più rabbia è il fatto di non poter guardare neanche le partite di mio fratello, la mia gioia più grande. Spero che questa vicenda si possa concludere al più presto”.

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