“Una religione”, tutta la Samb ricorda Maradona dopo Maxi e Serafino

Maradona

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo le parole di Maxi Lopez e del presidente Domenico Serafino, in casa Samb continuano i messaggi per omaggiare Diego Armando Maradona, a partire dal connazionale Facundo Lescano:

«Per tutti noi argentini e anche per i napoletani è un momento molto difficile, Maradona ha portato il nostro calcio sul tetto del mondo e anche fuori dal campo è stata la persona più famosa, si è sempre parlato di lui nel bene e nel male. Maradona era quasi una religione, sarà amato in eterno».

Parola poi all’altro attaccante argentino Francesco Serafino, figlio del patron rossoblù:

«In Argentina si continua a piangere per questa terribile notizia, siamo tutti molto tristi. Maradona resterà sempre vivo in ognuno di noi, nessuno lo dimenticherà mai».

Infine, è arrivato anche un racconto di Stefano Colantuono, avversario sul campo di Diego e attuale responsabile dell’area tecnica della Samb:

«Un episodio che posso raccontare è quando ero all’Arezzo in Serie B e Maradona era appena arrivato a Napoli. Ricordo che la prima amichevole la fece proprio contro di noi e qualche settimana dopo giocò la prima gara ufficiale in Coppa Italia sempre con noi. La sera della partita al San Paolo stavamo effettuando il classico riscaldamento pre match sotto la Curva e arrivò lui con una palla in mano, mettendosi a palleggiare a ritmo di musica. Rimanemmo fermi a guardarlo per alcuni minuti, come ipnotizzati. Il nostro preparatore ci incitava a riprendere il riscaldamento, ma quello spettacolo fu incredibile».

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