Un progetto per l’evento celebrativo dei novant’anni dall’Inaugurazione del lungomare

lungomare

Quello sambenedettese venne definito, sin dall’epoca della sua realizzazione, come uno dei Lungomari più belli d’Italia, se non il più bello; successivamente, la strada litoranea di San Benedetto del Tronto, completata sino a Porto d’Ascoli e prospiciente la riva del mare, per linearità scenografica, per fascino e suggestione, venne identificata con l’appellativo di “Riviera delle Palme”, includendo con il termine anche gli spazi costieri di Grottammare e Cupramarittima, ricchi di vie e giardini dotati di essenze arboree, con prevalenza le palme.

Siamo a 90 anni alla sua  nascita e a 91 dal suo concepimento progettuale e la città di San Benedetto deve fare di questa ricorrenza un momento celebrativo di primaria importanza per rilanciare la centralità di questa struttura urbana che ne caratterizza il volto turistico , rappresentando oggi un forte elemento identitario alla stregua del porto e della pesca.

Dire  San Benedetto del Tronto è anche dire lungomare, è dire palme, è dire fascino esotico in Italia, in Adriatico, in Europa, in ciò confermati dalla presenza di circa 8000 esemplari  tra quelle che insistono in spazi pubblici e quelle che ornano i giardini privati.

A questo proposito attingiamo largamente ad un lavoro di ricerca storica realizzato da Giuseppe Merlini, storico della città e archivista del Comune, socio del Circolo dei Sambenedettesi e per lunghi anni membro del nostro direttivo. Scrive Merlini:

“Nella seconda metà dell’800 sotto le Amministrazioni Neroni prima e Moretti poi, si volle proiettare San Benedetto nel futuro: si distinguevano finalmente gli spazi destinati alla balneazione da quelli per le attività marinare. Iniziava il turismo forestiero. In quell’epoca vennero realizzati i “Giardini Pubblici”, ad est della strada ferrata, lo Stabilimento Bagni e la Pineta. Nascevano così nuovi e più importanti luoghi di aggregazione per la popolazione locale, atti a soddisfare nel contempo le esigenze dei villeggianti.

Volontà di quelle amministrazioni, dunque, era voler recuperare e sanare tutta la zona ad est della ferrovia, tant’è vero che si concessero le prime aree edificabili sui “relitti del mare”, e così sorsero i primi villini sull’arenile.

Con la costruzione del ponte in cemento sull’Albula, nel 1921, seppur opera deliberata e progettata sin dal 1915, si compiva la prima realizzazione pubblica che avrebbe finalmente collegato il centro cittadino, con i giardini e lo stabilimento bagni, con tutta la parte meridionale del territorio costiero, aprendo una nuova e definitiva frontiera per la balneazione.

Dal 1927 erano iniziati i lavori di prolungamento, del Viale Cristoforo Colombo, che costeggiava il mare, verso Grottammare anche per rendere più comodo l’accesso al molo nord.

Con queste prime opere pubbliche realizzate si prospettava la possibilità di concedere la città anche di una passeggiata a mare. Già in fase progettuale l’ing. Onorati non concepì il lungomare solo come nuova arteria stradale, in alternativa alla Statale Adriatica, ma come un vero e proprio parco urbano. Dobbiamo molto all’ing. Onorati* ed alla sua lungimiranza, nonostante egli abbia subito alcune critiche perché il progetto veniva considerato troppo ambizioso, in considerazione del fatto che nessuno dei centri di villeggiatura, più famosi d’Italia, aveva un viale panoramico del genere”

 

*  Il giovane ingegnere emiliano, arrivato a San Benedetto proprio nel 1931, sin da subito dimostrò la propria abilità professionale e il suo attaccamento alle bellezze della città. Dopo la sua progettazione i lavori furono subito avviati nello stesso anno e proseguirono con una celerità oggi inimmaginabile e  in poco più di un anno si diede finalmente un aspetto decoroso a quella che fino ad allora era una semplice strada perpendicolare al Viale Secondo Moretti quindi la litoranea in direzione sud. Quindi si realizzava il primo tratto del lungomare, con la messa a dimora di essenze arboree esotiche e con la costruzione degli impianti accessori: Palazzina Azzurra – come sede del circolo estivo – campi di palla corda, piazzale per il ballo e pattinaggio ecc. Per la circostanza vennero sistemate migliaia di piante (palme delle più svariate specie, come phoenix canariensis, Pritchardia filifera, chamerops Humilis e chamerops excelsa., quindi alberi di ailanthus ed inoltre pini, elci, ecc.) per fare da cornice alle balaustre, ai semilunari ed ai marciapiedi, quest’ultimi arricchiti di aiuole ricolme di fiori. Centro di questa distesa di opere fu la suggestiva Rotonda, chiamata Piazza Tommaso di Savoia, con la fontana che doveva assurgere a simbolo di tutto il lungomare.

Esattamente 90 anni  fa, il 30 luglio del 1932, in occasione della tradizionale festa della “Madonna della Marina”, a poco meno di un anno dal suo progetto, il Lungomare Cristoforo Colombo (attuale viale B. Buozzi) veniva ufficiosamente inaugurato assieme alla scenografica “Rotonda a Mare” (attuale Rotonda Giorgini) di settanta metri di lato e con al centro la monumentale fontana impreziosita da giochi di luci ed acqua. Ufficialmente inaugurato poi il 18 settembre 1932 alla presenza di Ferdinando di Savoia capo del dipartimento militare marittimo e figlio del duca di Genova Tommaso di Savoia a cui il viale venne intitolato.

Per restituire il clima di euforia e l’orgoglio cittadino  per la sua realizzazione si ripropone  una descrizione dell’epoca, riferita alla realizzazione del lungomare:

 

“Il superbo imponente lavoro che l’ing. Onorati ideò e ha portato a compimento con fede ed entusiasmo, conquistando la riconoscente benevolenza della cittadinanza, … ha concorso a dare a San Benedetto un monumento duraturo di bellezza..

La passeggiata a mare corre fra la Casa del Marinaio e il Ponte sull’Albula, per una lunghezza di circa mezzo chilometro di fronte all’ampia distesa di sabbia finissima, vellutata, tersa, fatta per le lunghe soste riposanti dopo il bagno. Dall’altro lato corre la pineta folta e dietro il giardino pubblico, ricco di fiori di piante di viali ombrosi, di cantucci riposanti.

L’ing. Onorati fin dai primi tempi della sua venuta a San Benedetto, rivelò l’opportunità di incastonare questo tratto bellissimo di riviera, affinché venissero posti in risalto meglio e di più i pregi e l’armoniosa bellezza.

 

Il Progetto redatto lo scorso anno è oggi realtà: la rotonda di settanta metri di lato e la fontana centrale allo sbocco del viale Moretti, l’ampliamento a quarantadue metri compresi i marciapiedi laterali di dodici metri del viale, il muraglione di contenimento con sovrastante balaustra in pietra verso mare, la sistemazione del giardino pubblico, la costruzione di campi da tennis, lo sfarzoso impianto d’illuminazione elettrica, la piantagione di trecento palme, cinquecento fra oleandri e ailantus ed altre piante arboree ornamentali, formanti con le preesistenti, una decorazione meravigliosa di verde, l’asfaltatura del viale, la recensione delle aiuole, il collocamento dei magnifici lampioni e tutto il minuto lavoro di rifinimento.

L’imponente lavoro è stato compiuto in meno di un anno, con quella rapidità, possibile solo quando nei dirigenti è vigile un attaccamento veramente sentito verso la propria terra.

Questa la ridente cittadina Piena dal nome cristiano, che il vecchio torrione massiccio domina e saluta ogni mattina all’alba al suono cupo del suo campanone che i pescatori odono di lontano e ascoltano come la voce cara dei congiunti spianti sul mare il loro ritorno”.

 

Nel frattempo il tratto di lungomare dopo la Palazzina Azzurra vedeva accrescersi quotidianamente di altri villini e dimore di coloro che, per primi, intuirono il felice futuro che avrebbe avuto quella strada. Inoltre con l’edificazione dell’Albergo “Progresso a Mare”, unica struttura ricettiva in quell’epoca fuori dal centro urbano, il lungomare (nel tratto dopo la Palazzina Azzurra intitolato alla città di Trieste per un pezzo e a Guglielmo Marconi per l’altro) veniva destinato a proiettarsi sempre più verso sud.

Il resto della storia ( il proseguimento a sud, la congiunzione con Porto d’Ascoli entrata a far parte della città nel 1935, le vicende del Nuovo Ballarin, ecc) andrebbe raccontato , ma il nostro tema è la Celebrazione dell’Anno inaugurale a novant’anni di distanza ( luglio 1932- luglio 2022) e su questo momento fondamentale per il turismo sambenedettese e l’evoluzione della forma urbana del borgo peschereccio che diventa città dei bagni intendiamo soffermarci per delineare un progetto celebrativo che mettiamo a disposizione della città e dell’Amministrazione secondo i principi istitutivi del nostro Circolo  e la sua vocazione di difesa della tradizioni e dell’identità storica di San Benedetto.

Il Progetto

90 anni dopo.IL LUNGOMARE SI RACCONTA…

QUASI UN SECOLO DI STORIA E DI STORIE

L’idea centrale è quella di mettere in evidenza luoghi e protagonisti della nascita del Lungomare utilizzando come contesto espositivo Viale Buozzi da una parte e via Olindo Pasqualetti come spazio protetto, pensate come due gallerie parallele che costituiscono gli spazi espositivi all’aperto in cui, attraverso una forma di multimedialità, vengono presentate alla città immagini e didascalie che raccontino con essenzialità, ma con grande precisione storica le tappe che conducono al 1932 e alla evoluzione successiva del percorso.

I temi sono quelli indicati nella premessa storica e verranno messi a punto attraverso la collaborazione delCircolo dei Sambenedettesi con l’Archivio e la Biblioteca comunale.

Le modalità espositive sono le seguenti:

  1. Rassegna di pannelli plastificati in Viale Buozzi e Rotonda adeguati ad esposizioni all’aperto permanenti, resistenti e prestampati con immagini e didascalie di grandi dimensioni da distribuire nella lunghezza del viale.
  2. Proiezioni serali in spazi protetti esterni tra Palazzina Azzurra e via Pasqualetti con aree per brevi incontri illustrativi di filmati storici, foto d’epoca, documenti e progetti, testi in italiano e in dialetto.
  3. Realizzazione sul manto stradale delle due vie di adesivi calpestabili in PVC con grandi immagini “chiave” ( il piano regolatore Onorati, scorci suggestivi del lungomare, lo Stabilimento Bagni, ecc)
  4. Pannelli promozionali celebrativi dell’evento da distribuire in tutto il percorso del lungomare e che rimandino alla esposizione centrale
  5. Esperienze di realtà virtuale e aumentata con tecnologie avanzate ( noleggiabili) che permettano di rivivere attraverso immagini, ricostruzioni, riproduzioni al computer e app telefoniche la realtà del passato e la proiezione futura

Per la memoria dell’evento e un utilizzo didattico all’interno delle scuole cittadine, in base alle disponibilità economiche, si possono prevedere i seguenti materiali:

  1. Cartella celebrativa che ripercorra nei materiali e nella struttura quella realizzata dal Circolo dei Sambenedettesi nel 2012 con adeguamenti e revisione
  2. Inserto tematico  all’interno del periodico Lu Campanò per un uso scolastico e collettivo ( veicolabile anche attraverso il BUM digitale del comune)
  3. Opuscolo divulgativo con i materiali essenziali e le principali immagini
  4. Video promozionale e video di sintesi dei principali eventi per un utilizzo didattico e permanente negli anni successivi
  5. Interviste a testimoni e protagonisti della vita sociale sambenedettese per la individuazione del significato del Lungomare nella vita cittadina e nella memoria collettiva.

Il progetto, che in questa prima proposta è presentato nelle linee generali, si collega strettamente per periodo di svolgimento ( mese di luglio) e affinità di contenuto a quello già presentato dal nostro Circolo di valorizzazione de Lu VREDÉTTE sambenedettese e prevede sinergie e richiami reciproci tra le due iniziative.

Inoltre, il Circolo dei Sambenedettesi auspica che, attraverso l’animazione turistica che i due eventi possono creare in aerea centro e in area porto, si possa finalmente realizzare quella congiunzione tra le due città spesso separate ( quella del turismo e quella della pesca) a cui è spesso mancato quel dialogo di parti urbane a sé stanti che non hanno saputo costruire un asse comune di iniziativa e collaborazione a beneficio di tutta la comunità cittadina.

Il Progetto che il Circolo dei Sambenedettesi mette a disposizione della Città e dell’Amministrazione Comunale è privo di indicazioni sulle fonti di finanziamento perché demanda all’Ente Pubblico la ricerca di altri enti sostenitori e la definizione dell’apporto finanziario di ogni soggetto coinvolto ( Regione, Fondazione Carisap, Camera di Commercio, Bim Tronto, sponsor privati).

Tutte le indicazioni tematiche e operative sono una proposta aperta e la revisione o messa a punto è possibile in un tavolo di lavoro congiunto con l’Amministrazione comunale.

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