Trivelle, il comitato Piceno: “Non solo problema pugliese, tocca anche i Comuni del cratere”
ASCOLI PICENO – Il comitato ”No trivelle nel Piceno” si fa sentire dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha dato il via libera alle trivellazioni nel Mare Adriatico.“Chi pensa che la Tap (Trans Adriatic Pipeline) sia un problema dei pugliesi sbaglia di grosso – sostiene il Comitato -, il problema arriva in Puglia ma poi prosegue verso il Nord Italia con un mostro della Snam che si chiama metanodotto ”Rete Adriatica” che è il proseguimento, lungo la dorsale appenninica, del Tap (Italia-Albania-Grecia), il quale a sua volta è il proseguimento del Tanap (Turchia-Georgia-Azerbaijan)”.
“Il progetto – ricorda il Comitato – prevede anche la costruzione di una centrale di compressione e spinta, autorizzata a dicembre 2017, a Sulmona costituita da 3 turbine da 30MW di potenza termica ognuna, lavorerà bruciando gas ed emettendo ossidi di azoto, monossido di carbonio e nanoparticelle e rumore fino a 60 decibel, vicino al centro abitato Case Pente, in una zona sismica di primo grado a ridosso della faglia del monte Morrone. Quest’opera avrà un pesantissimo impatto ambientale sull’ambiente naturale, basti pensare che avrà un fronte di servitù di 40 metri, attraverserà tre Parchi Nazionali e 21 aree protette, impatto anche sulle aree di interesse storico e archeologico e sulle attività economiche delle popolazioni – sostengono Rocco Vallorani, Gabriele Illuminati, Emidio Rossi e Giovanni Vagnoni -. Il tracciato attraverserà tre Comuni nel cratere del sisma: Amatrice, Arquata, Serravalle, Castelsantangelo e altri fortemente colpiti dal terremoto del 2016. Si tratta di un’opera per soli fini commerciali: il gas importato dall’estero, attraverso il Tap proveniente dall’Azerbaijan o da altri gasdotti internazionali, è destinato principalmente ad essere rivenduto ad altri Paesi Europei (l’Italia diventa un hub del gas). I vantaggi economici – viene sottolineato – sono solo per il gestore e non per le popolazioni residenti nelle aree di passaggio del metanodotto che al contrario avranno solo territori danneggiati e pericoli sotto i propri piedi”.
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