Beko ,Acquaroli a Comunanza per incontrare Sindaco, sindacati e lavoratori
Travaglia si racconta a PN24: “Vi svelo l’origine del mio soprannome…”
ASCOLI PICENO – La lunga pausa forzata ci ha permesso di raggiungere il tennista ascolano, fermo a casa, in attesa che l’emergenza sanitaria rientri e possa riprendere il suo cammino professionistico.
Personalmente come sta vivendo questo periodo?
“Mi sto tenendo in forma sotto il profilo atletico, per quello che posso fare. A livello tennistico non posso fare più di tanto. Cerco di aspettare che il momento passi. Come ben saprai sono sempre in giro. Ne approffito anche per stare a casa, e poter ripartire al massimo. Non è che non voglio far nulla, però io sono partito da casa a metà Novembre e sono rientrato a fine Febbraio qui. Faccio una vita di spostamenti.”
Per quanto riguarda la prima convocazione in azzurro? Sensazioni? Impressioni?
“Non me l’aspettavo, di solito si segue la classifica. Ad oggi sono 86esimo, il mio miglior piazzamento risale a metà Gennaio: ero 74esimo. Sicuramente la non convocazione di Berrettini è stata importante in ottica della mia prima chiamata dal ct Barazzutti. Hanno anche influito i risultati che ho avuto ad inizio anno – da Gennaio a Febbraio -, sono proprio loro che mi hanno permesso di accedere a questa occasione. E’ stato un esordio a porte chiuse, in una situazione un po’ strana. Ho giocato comunque a risultato acquisito, per la squadra magari ha contato fino ad un certo punto. Per me comunque è stato un esordio vincente, cosa che non sempre accade. Io cerco sempre di prendere le cose per il verso positivo. Dopo la Davis ero partito per andare ad Indian Wells – poi cancellato, ndr -, ed ero molto motivato proprio per la vittoria appena conquistata. Avevo molta fiducia nei miei mezzi e nel mio tennis. Ora questa esperienza me la terrò per le prossime uscite.”
Che obiettivi ha ora?
“Ad inizio anno era quello di giocare una stagione con costanza e di chiudere dentro i primi 50 al mondo. Ora tutto dipenderà da quando si riprenderà a giocare. Se si ripartirà verso Settembre sarà difficile arrivare in quella posizione (molti dei paramentri di valutazione muteranno). Molto dipenderà anche dai tornei che si riusciranno a disputare. Quando ci sarà la ripresa di quest’ultimi parlerò col mio team e ci porremo degli obiettivi raggiungibili.”
Dov’è che si trova meglio a giocare? Qual è la superficie dove si sente più a suo agio?
“Per il momento preferisco la terra rossa. Ho, in verità, anche ottenuto buoni risultati sulle superfici veloci come gli US Open. La domanda è un po’ 50 e 50: non mi sento bene sul veloce ma ho i risultati migliori lì. Credo che il fatto di giocarci con più costanza mi ha portato ad avere quella fiducia mentale. Il circuito Atp è sempre vario, non si gioca più di tre mesi sulla stessa superficie. Quando ci prepariamo per una competizione non mettiamo sotto osservazione solo l’aspetto del tennis, anche quello fisico è importante. Sulla terra gli scambi si allungano, questo vuol dire che devi essere pronto a gare più lunghe. Sull’erba ci sono delle frenate più brusche, quindi devi stare attento a determinati muscoli o fasce tendinee. E’ importante stare al passo con la varietà delle tante competizioni, altrimenti gli atleti ti sopravanzano in classifica. Sono sempre scelte da fare in team e mai individualmente. Da solo sei sempre portato a prendere in cosideranzione le ipotesi che più ti piacciono.”
Dove pensa di dover migliorare?
“Nel tennis ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione: pre partita, durante la partita e post partita; fisico, mentale, tennistico… In questi ultimi due anni – dove ho avuto la crescita più significativa -: ho migliorato la gestione della partita durante la gara. Ho meno cali di tensione e riesco a rendere più costante il mio tennis. Sono riuscito a portare a casa alcune partite tirate e finite sul filo del rasoio. Attualmente devo crescere nel mio giocare aggressivo e nell’accorciare gli scambi per prendere più punti a rete.”
Il soprannome “Steto” da dove nasce?
“Io ero molto piccolo. Mio cugino mi chiamò così, non riuscendo a dire il mio nome. Piacque a tutti e da lì si è diffuso.”
Un ultimo messaggio per la tua comunità e per i tuoi tifosi, cosa si sente di dire loro davanti a questa emergenza?
“Ogni partita è a sè, come in tutti gli sport. Ora dobbiamo stare alle regole che ci dicono di stare in casa. Se rispettiamo quello che dice il Sindaco vinceremo la partita insieme. La leggerezza di alcuni può vanificare gli sforzi fatti. Invito tutti a restare a casa e ad essere positivi. Mi raccomando anche di non mollare ora nel periodo pasquale, dove la tentazione di uscire può essere più presente. Ci sarà modo di recuperare il tempo trascorso tra le mura domestiche.”
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