Tari, ecco perché aumenta. Traini: “Il Pd strumentalizza per fini elettorali”
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “In questi giorni, complice probabilmente l’aria da campagna elettorale, ho sentito le voci più disparate – sbotta l’assessore a finanze e ambinete Andrea Traini – levarsi su un argomento di cui i soggetti in questione nella migliore delle ipotesi sanno poco. Parlo delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti, un argomento che richiede un minimo di sforzo di documentazione, sempre che si sia in buona fede”.
Traini spiega punto per punto i motivi che hanno portato all’aumento della Tari.
“Anche se il processo di passaggio al sistema del “porta a porta 2.0” , quello cioè con i mastelli e i contenitori condominiali, fosse stato completato, comunque avremmo subito un aumento dei costi dello smaltimento dei rifiuti. Va ricordato che, con il conferimento nell’impianto di smaltimento di Fermo, oltre ai maggiori oneri di trasporto, paghiamo 120 euro la tonnellata rispetto ai 95 che pagavamo prima. E la presenza dei cittadini provenienti dalle zone terremotate ha comportato un aumento secco della quantità di rifiuti prodotti dalla città”.
Continua Traini: “Gli esponenti del PD che gridano allo scandalo, hanno chiesto al presidente dell’A.T.A. , nonché Presidente della Provincia di Ascoli Piceno ed esponente di rilievo dello stesso PD, a che punto è l’individuazione di un nuovo sito in ambito provinciale che possa ricondurre a livelli più accettabili i costi di smaltimento?”.
Ancora l’assessore: “Leggendo con onestà intellettuale i documenti, si capisce che se è vero che in alcuni casi, come le utenze non domestiche, la tassa aumenta di poco più del 4%, è altrettanto vero che per le utenze domestiche la situazione è molto differente: per la combinazione di metri quadri tassati e occupanti l’immobile, elementi che concorrono a definire l’importo finale, ci sono alcuni casi in cui la tassa diminuisce, mentre nella maggior parte dei casi l’incremento non supera l’1%. Grazie al lavoro degli uffici finanziari e alla disponibilità di Picenambiente, siamo infatti riusciti a contenere l’incremento del costo del servizio che, com’è noto, deve essere interamente posto a carico degli utenti. Senza una revisione degli accordi con il gestore, una revisione dei costi amministrativi e i rimborsi chiesti alla Regione per la presenza dei terremotati, il maggior costo che avremmo dovuto distribuire tra i contribuenti sarebbe sensibilmente superiore”.
Conclude Traini: “Chi pontifica sui social e sui giornali avendo avuto ruoli amministrativi, sa benissimo che, da un lato, gli sgravi concessi in passato provenivano in gran parte dagli introiti della cosiddetta “mini IMU” precedentemente fatta pagare ai proprietari di immobili (in pratica, gli amministratori dell’epoca si “sono fatti belli” con i soldi versati e non dovuti dai contribuenti stessi), dall’altro che la necessità di andare fuori Provincia per conferire i rifiuti e l’incremento degli stessi per la presenza di tante persone provenienti dalle zone terremotate costituiscono eventi eccezionali che non hanno precedenti”.