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Spostamenti tra regioni, Falcioni: “Serve una politica regionale che non sia a tenuta stagna”
MALTIGNANO – Il sindaco di Maltignano Armando Falcioni torna sulla vicenda degli spostamenti tra regioni che saranno possibili dal 3 giugno.
“Ciò che è accaduto, e che accade, impone un riflessione che vorrei esternare visto che il sottoscritto ci ha messo più volte la faccia e per primo ho sollevato il problema sia di questa stortura accennata che sta creando disagi ed incomprensioni al nostro territorio di confine, sia quella del CAS, prima negato poi concesso agli sfollati che hanno trovato collocazione fuori dalla regione di appartenenza. Questa emergenza ha palesato tutti i limiti di una legislazione che rende le regioni quasi degli staterelli a parte e i loro confini, delle dogane di pre risorgimentale memoria” dice Falcioni.
“Un recente studio ha approfondito i Sistemi Locali di Lavoro per studiare le forme di diffusione del contagio in rapporto ai quotidiani rapporti socio economici dei territori. Ebbene si vedrà che si sono definite piccole macroaree dipendenti non dai confini amministrativi, come è noto frutto di artifici, baratti e di accordi politici, ma proprio dalla mobilità dei lavoratori e dal tragitto casa-lavoro. Nella nostra zona questo studio ha demarcato una area comprendente buona parte del Piceno e della Val Vibrata ma anche la parte orientale di Lazio ed Umbria. Ciò al momento vorrebbe dire che in caso di inopinato contagio occorrerebbe monitorarci più con queste zone che con la provincia di Ancona e Pesaro, ad esempio” dice.
“Ciò non significa rinnegare la propria regione di appartenenza, tutt’altro, ma evidenziare come questa situazione di emergenza rimarchi la necessità di una politica regionale che non sia a tenuta stagna. Se non bastano gli esempi del paradosso della gestione della Montagna dei Fiori, della viabilità con Roma, dei distretti sanitari, almeno che questa pandemia ci dia una occasione per pianificare diversamente” conclude.
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