Sisma, Ceriscioli fa il punto sulla rimozione delle macerie ad Arquata
ARQUATA DEL TRONTO – “Quello che stiamo facendo è un lavoro che non accantona le macerie ma le fa rivivere nel ciclo di recupero con una attività di grande qualità per continuare l’opera di demolizione, propedeutica per la successiva opera di ricostruzione”. Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli commentando ad Arquata del Tronto i dati sulla rimozione delle macerie pubbliche del terremoto del 2016 che riferiscono: 310 mila tonnellate riutilizzate a fronte di 360 mila tonnellate recuperate.
“Ci sono case che non verranno mai demolite poiche” la Sovrintendenza vi ha posto un vincolo e rimarranno li – ha aggiunto il presidente di ricostruzione privata -. Ma ci sono macerie di case i cui proprietari possono decidere di tenere, perchè si occuperanno direttamente della ricostruzione. Le altre sono tutte demolizioni. L’allarme amianto nei centri raccolta? Inconsistente – secondo Ceriscioli -, visto che l’amianto viene eventualmente trattato in primissima istanza e non arriva altrove”. Tornare ad Arquata del Tronto è un colpo al cuore per il presidente: “paradossalmente tornarci dopo che le macerie sono state tutte rimosse è ancora più drammatico perchè si ha una percezione ancora più chiara della devastazione. Serve una ulteriore accelerazione. C’è una pianificazione da fare, – conclude Ceriscioli – l’accelerazione cerchiamo di darla nelle attività che sono di immediata realizzazione: rimozione macerie, assistenza ai terremotati che si continua a fornire, alla ricostruzione delle strutture leggere che ha avuto delle semplificazioni normative, ma che oggi trovano ostacolo soprattutto nella necessità di fare sanatorie in case che hanno piccolissimi abusi”.
E’ commosso il sindaco Aleandro Petrucci mentre osserva i resti della parte storica del paese sovrastato dalla Rocca, che ha resistito ed ora è oggetto di interventi di restauro e consolidamento. “Ogni volta che vengo qui ho un magone, c’era la piazza col municipio che ora stento a riconoscere. Da questa torre vogliamo iniziare a ricostruire – auspica – ci dovranno dire i tecnici come e con quali materiali. Abbiamo continuamente scosse per cui quello che verrà fatto dovrà essere davvero a prova di terremoto”. Il primo cittadino è soddisfatto della quantità delle macerie già rimosse, ma ricorda a PicenAmbiente e Htr quanto promesso: “Avevamo un patto non scritto in base al quale avrebbero rimosso una tonnellata al giorno e soprattutto che le macerie sarebbero state stoccate nell’area nella zona industriale di Pescara del Tronto, per la quale sono stati spesi ben 450 mila euro; è un grosso aggravio di spese trasferirle a Monteprandone percorrendo 80 km. Picenambiente – conclude il sindaco – si è impegnata a svolgere il lavoro di rimozione delle macerie introducendo il doppio turno di lavoro grazie al fatto che le giornate si sono allungate”.
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