Beko ,Acquaroli a Comunanza per incontrare Sindaco, sindacati e lavoratori
Sisma, anche gli ingegneri pronti a rinunciare agli incarichi
I delegati della Rete delle Professioni al Tavolo Tecnico Sisma esprimono forte disappunto sulla recente decisione della Commissione Bilancio della Camera di non inserire il pacchetto di misure per le zone terremotate nel dl ‘Rilancio’.
“Abbiamo lavorato con il Commissario Straordinario Giovanni Legnini sulle misure volte a coniugare il nuovo “sisma bonus” con il contributo alla riparazione delle case lesionate, sulla revisione dei compensi per le maggiori responsabilità che ci assumiamo e su altri punti indispensabili a far decollare la ricostruzione dopo il terremoto del 2016. A fronte dell’impegno profuso dal Commissario, che comunque ringraziamo per essersi fatto portavoce presso il Governo delle tante necessità e delle tantissime criticità da rimuovere “– precisano i rappresentanti dei tecnici marchigiani – “riscontriamo però, per l’ennesima volta, un esito negativo che ci conferma che del Cratere Centro Italia, evidentemente, non interessa a chi da Roma amministra le politiche del Paese” dicono
La Federazione Ingegneri Marche rompe gli indugi e rivolge un duro attacco alle istituzioni nazionali. Tutti continuano a domandarsi perché la ricostruzione non decolli ma nessun governo è pronto a dare risposte.
Purtroppo la ricostruzione è diventata il terreno di scontro politico che impedisce un progetto a medio e lungo termine del futuro dei territori del cratere. Una visione lucida che sarebbe necessaria a livello paesaggistico, economico, sociale, culturale e non da ultimo demografico, per esaltarne le tante peculiarità storiche e ambientali veicolando le risorse finanziarie nazionali ed europee attraverso le Regioni. Prospettiva che non può non tener conto di come il sisma abbia rappresentato un effetto boomerang, rispetto ad esempio allo spopolamento in alcuni di questi territori, generando nuove difficoltà in situazione di già grave crisi.
Nell’ultima modifica al Decreto 189, apportata alla fine dello scorso anno, si è spacciata come “semplificazione” l’eliminazione delle attività istruttorie degli Uffici Speciali della Ricostruzione. Tutto ciò nonostante la richiesta di “certificazione” dei progetti da parte dei tecnici, senza prevedere un maggior compenso a fronte delle maggiori responsabilità.
Un problema che poteva essere finalmente risolto con uno degli emendamenti non accolti.
“Abbiamo subìto anche questa decisione pur continuando a operare, però deve essere chiaro che neanche un elaborato è stato eliminato dall’elenco di quelli minimi, anzi c’è stato un ulteriore aggravio. Se si vuole che la situazione si trascini ancora, invece di procedere speditamente, si continui pure così, alimentando burocrazia, senza dare stabilità e poteri alla struttura commissariale, assegnandoci responsabilità sempre maggiori e facendoci lavorare senza un equo compenso. Non si vuole ascoltare i tecnici? Non ci rimane che rinunciare agli incarichi”.
In attesa di una forte presa di posizione della politica regionale nei confronti di un governo che poco o nulla ha fatto sul sisma, oltre agli annunci, Feding Marche rimette tutto nelle mani degli amministratori: “Ci pensi il governo a risolvere anche questo problema” – è la richiesta incalzante dei rappresentanti degli ingegneri marchigiani non più disposti a sottostare a ulteriori temporeggiamenti e dilazioni – ”Serve una svolta definitiva, non lo chiediamo per noi, lo chiediamo per le popolazioni e per i territori che stanno subendo un aumento dei danni che sono già considerevolmente superiori a quelli prodotti dal sisma”.
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