Sisma 2016: Castelli:”Ringrazio il Governo per la fiducia, 2025 sarà l’anno dei cantieri”
Sisma, 5.000 pecore senza ovili, 600 mucche senza stalle: evacuazione
“Sono iniziate le operazioni di evacuazione delle stalle crollate o lesionate con il trasferimento degli animali sfollati in strutture più sicure per fermare la strage che ha decimato mandrie e greggi con centinaia di mucche e pecore morte”. Lo rende noto la Coldiretti che incollaborazione con l’Associazione italiana allevatori ha avviato i trasferimenti grazie alla solidarieta’ tra gli allevatori nelle are colpite dal terremoto e dal maltempo con la caduta di neve
senza precedenti.
“Una corsa contro il tempo – sottolinea la Coldiretti – con la mobilitazione dei trattori per liberare le strade da neve e ghiaccio e raggiungere le stalle isolate da giorni dove occorre garantire l’operatività degli impianti di mungitura e abbeveraggio ma anche la consegna dei mangimi fino ad arrivare al trasferimento degli animali su mezzi idonei ed alla loro sistemazione in nuovi ricoveri”. Operazioni faticose rese possibili “da una estesa rete di solidarietà degli allevatori italiani anche grazie – continua la Coldiretti – alla collaborazione dell’esercito e della protezione civile”.
Sono circa tremila, secondo l’associazione agricola, le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree del Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpite dal terremoto dove si contano casi di isolamento, nuovi crolli, decine di mucche e pecore morte e ferite, difficolta’ per garantire l’alimentazione degli animali, ma anche per le consegne con tonnellate di latte che da giorni si è costretti a gettare a causa dell’isolamento e delle difficoltà di circolazione.
“Davanti ad un disastro annunciato ci muoveremo – continua Coldiretti – per individuare le responsabilità e agire di conseguenza insieme ai nostri allevatori. Serve una accelerazione nella realizzazione delle opere per mettere al sicuro animali e uomini che non posso abbandonarli”.
Per effetto del maltempo – sottolinea laColdiretti – è crollata fino al 50% la produzione di latte negli allevamenti in queste zone a causa dello stress termico in una
situazione in cui solo nelle Marche si contano ora seicento mucche e cinquemila pecore al freddo nelle neve senza ripari. Si stima infatti – sottolinea la Coldiretti – che appena il 15% delle strutture di protezione degli animali siano state completate fino ad ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse.
Lascia un commento