Sblocco licenziamenti, Ama Lavoro: “Utilizzare le risorse e gli strumenti disponibili nel territorio. Fare attenzione alla persona”
La situazione non è rosea e la provincia di Ascoli Piceno resta la cenerentola delle Marche in tema di occupazione. Un quadro della situazione di questi anni viene restituito dal servizio Ama Lavoro, accreditato dalla Regione Marche, che ha sede a San Benedetto, una delle realtà della Cooperativa sociale onlus Ama Aquilone.
«I dati che ci sono giunti fino ad oggi sono stati influenzati dal blocco dei licenziamenti e dagli ammortizzatori sociali che ne sono conseguiti – spiega Fabio Mariani di Ama Lavoro e difatti un report 2020 della Banca d’Italia descrive una “tenuta”, situazione in cui il calo dell’occupazione a livello nazionale non risulta così importante. Le Marche rispetto alla situazione nazionale sono posizionate bene rispetto all’occupazione ma questo è un risultato di media. Difatti, la nostra provincia è ben al di sotto rispetto al quadro regionale e risulta la più povera. Inoltre – aggiunge Mariani – lo scenario è quello di un tessuto imprenditoriale composto da aziende con pochi addetti, non si arriva in media a 4, ed è difficile poter applicare le logiche delle grandi città per la ricerca di lavoro. Con lo sblocco dei licenziamenti le criticità aumenteranno e sarà necessario operare in maniera efficace a livello locale per dare un supporto alla ricerca del lavoro».
La situazione preoccupante vede qualche spiraglio di ripresa per alcuni settori, come l’edilizia e il trasporto: «Le opportunità lavorative ci sono, soprattutto con le offerte di lavori stagionali, ma sono meno appetibili per chi cerca lavoro per la situazione di poca convenienza e a volte di livelli di sfruttamento. Abbiamo notato in questi anni, soprattutto dopo il 2011, un imbarbarimento delle condizioni lavorative, anche a causa del sistema dei subappalti e le gare con costo del lavoro al ribasso. Rare le occasioni di assunzioni a tempo indeterminato e c’è un aumento di precarietà».
Ama Lavoro è un servizio nato nel 2009 per offrire un percorso individualizzato, soprattutto a persone fragili, considerate a basso potere contrattuale o a rischio di esclusione sociale, in particolare quelle persone che provengono da un percorso nelle comunità terapeutiche.
Il settore d’azione principale è stato sempre quello delle dipendenze patologiche: «L’obiettivo è quello di inserire le persone post programma terapeutico e nel tempo siamo diventati un punto di riferimento in questo ambito anche per servizi e strutture pubbliche del territorio.
Successivamente ci siamo dedicati agli altri settori “fragili” ad esempio i migranti e i richiedenti asilo, le comunità per minorenni, coloro che hanno problemi di comorbilità psichiatrica, che sono tutte realtà di cui si occupa Ama Aquilone, aprendo poi alle realtà del territorio con le quali collaboriamo allo stesso modo, ossia con progetti individualizzati».
I progetti di inserimento lavorativo disegnati per queste persone spesso non hanno la finalità dell’assunzione ma fanno parte del percorso di sostegno e relazione sociale.
«Nel 2020 Noi abbiamo accolto 154 persone, di cui 86 uomini e 68 donne. Sono dei dati molto più bassi rispetto all’anno precedente perché 2020 è stato l’anno del lockdown totale. Restano comunque dei numeri significativi».
Ama Lavoro, nel tempo, ha cambiato approccio e dall’obiettivo di inclusione si è spostata sul livello dell’integrazione: «Abbiamo deciso di aprire anche a persone che non avevano problematiche specifiche, offrendo gratuitamente i nostri servizi. Dal compilare un curriculum, alla lettera di presentazione e la preparazione al colloquio di lavoro. Predisponiamo anche un bollettino con le nostre opportunità di lavoro e lo mettiamo a disposizione del territorio. Cerchiamo di rendere efficaci i nostri contatti con le aziende per l’incrocio domanda-offerta. L’integrazione c’è stata anche nella dimensione della formazione e i corsi che promuoviamo sono ora aperti a tutti, non sono diretti solo alle persone che stanno facendo un percorso nelle nostre comunità».
Oltre alla formazione, un valido aiuto al primo inserimento o al reinserimento nel mondo del lavoro è rappresentato dai tirocini all’interno delle aziende. Sono percorsi di formazione “on the job”, in cui le persone vengono inserite in azienda e sono affiancate al personale. È prevista anche un’indennità per la mansione, un orario settimanale e i progetti sono personalizzati.
Ama Lavoro ha sviluppato negli anni molta esperienza, in primis per i tirocini rivolti alle persone più fragili che richiedono progettazioni a volte complesse, e poi aprendo a tutti questo supporto.
La sensibilità nell’affrontare le difficoltà delle persone, nell’ottica dello sblocco dei licenziamenti e di chi dovrà affrontare momenti critici, può essere una risorsa importante del territorio piceno.
«Nel 2020 abbiamo promosso 118 tirocini – spiega Mariani – e negli anni precedenti numeri erano più alti. Questi tirocini sono importanti per avere una nuova occasione di formazione e orientamento al lavoro per chi deve ricollocarsi, e sono allo stesso tempo un’opportunità di sostegno al reddito perché c’è un’indennità mensile. In molti casi le esperienze di tirocinio si concludono con un inserimento lavorativo vero e proprio nell’azienda dove si è svolto il percorso, o comunque con un contratto di lavoro nel settore in cui ci si è formati. Per noi questo è un dato importante e ci fa pensare che sia uno strumento da considerare in vista di quello che saranno i mesi prossimi nel settore del lavoro. Ci auguriamo che siano prese le giuste decisioni e soprattutto si considerino adeguate protezioni sociali a fronte della perdita di lavoro».
L’attività di Ama Lavoro è diversa da quella istituzionale del Centro per l’Impiego, con le adempienze burocratiche ad esso affidate. Ma la competenza e la consulenza possono aiutare in un contesto dove numero, affluenze e file interminabili possono scoraggiare. Tante persone non cercano più lavoro, hanno rinunciato con gravi conseguenze, non solo sociali, ma anche per la salute della persona.
«La nostra visione – spiega Francesco Cicchi, fondatore e presidente della Cooperativa Ama Aquilone – permea tutte le realtà che abbracciamo. Anche Ama Lavoro ha un’impostazione precisa, che origina dal trattare con situazioni sensibili e complesse».
La formazione e l’orientamento sono aspetti determinanti, come la dimensione delle relazioni umane. Un’azienda del Piceno che ha al massimo tre addetti non ha lo stesso approccio di una multinazionale. Creare delle relazioni con le persone, parlare, farsi conoscere per le proprie competenze abilità, utilizzare il passaparola è ancora importante.
«Vanno benissimo le tecnologie e i social network, ma la concretezza delle relazioni umane è fondamentale. Quindi, quello che ci sentiamo di consigliare sempre, non solo a chi perde il lavoro e tende a perdere autostima, è non isolarsi».
Una strategia di supporto è proprio quella di impegnarsi su questo fronte, per il benessere della persona e per generare un circolo virtuoso di sostegno e cura dell’altro.
Tornare alla base delle relazioni umane – che al giorno di oggi sono minacciate dalla mediazione digitale – e unire l’utilizzo di strumenti disponibili come orientamento, formazione per ripartire sempre dalla persona.
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