Sanità Picena, i 5 Stelle: “La politica regionale mostra solo finti segni positivi”
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma Movimento 5 Stelle di San Benedetto del Tronto, con i pentastellati che rispondono in merito alla conferenza stampa della direttrice area Vasta 5.
“Le “cifre” sono diventate uno strumento utile per imbonire i futuri elettori? I numeri sugli incrementi sanitari, presentati nella conferenza stampa indetta dalla Direttrice Generale dell’AV5, sono puri specchietti per le allodole. La sanità Picena soffre, oramai cronicamente, di un depauperamento continuo ma ciò che ha a cuore la politica regionale è mostrare solo i finti segni positivi.
Vengono dichiarati investimenti milionari, poi si confrontano le somme stanziate per gli anni precedenti e ci si accorge che i tagli regionali verso l’area Vasta 5 sono stati drammatici, soprattutto per il nosocomio Sambenedettese. Si mostrano i numeri della mobilità attiva extraregionale verso la sanità del Piceno, ma non si dice quale sia l’imponente mobilità passiva e quanti pazienti devono sistematicamente rivolgersi ad altre strutture intra ed extra regionali, solitamente private, per ricevere cure. Si parla dell’arrivo di una nuova TAC, ma non si dice che non viene ancora attivata una guardia medica di radiologia h 24 e che il personale è costretto a coprire turni e reperibilità continue senza riposo, come non si dice quali sono le reali liste d’attesa per un esame radiologico, aspettative che arrivano a sfiorare l’anno e mezzo, costringendo chi può a rivolgersi al privato e chi non può a rinunciare alla diagnostica e alle cure.
Gli ospedali di San Benedetto del Tronto e di Ascoli Piceno sono realmente diventati luoghi di primo soccorso e di ricovero cronico e non basta mostrare gli incrementi degli interventi “semplici”, svolti in regime di day surgery o l’aumento delle prestazioni ambulatoriali, per dare a bere ai cittadini che tutto funziona a meraviglia. L’aumento del numero dei ricoveri poi, è legato a doppio filo al depauperamento dei posti letto e a un turn over, in quella medicina d’urgenza tanto decantata, che dovrebbe far riflettere seriamente. Sarebbe interessante indagare sul numero di pazienti che si rivolgono ai nostri ospedali spontaneamente se hanno un problema di salute serio e che, potendo scegliere, vengono a curarsi nel Piceno. Sul finto adeguamento delle figure sanitarie assunte poi, ci sarebbe da stendere un velo pietoso. Il personale del comparto si è visto tagliare per il futuro ogni risorsa produttiva. I cittadini vedono e si accorgono di come la maggior parte dei reparti di degenza, non abbia un numero adeguato di personale per far fronte ai livelli minimi di assistenza di cui necessitano i pazienti: ci sono interi reparti che durante le ore notturne vengono gestiti da soli infermieri senza personale di supporto e con un solo medico che si deve occupare di coprire le necessità di un intero dipartimento e di una medicina d’urgenza. La nuova geriatria poi, pubblicizzata come il reparto del futuro, non ha ancora un vero riscontro pratico né neo personale assunto.
Sei i milioni di euro investiti per i due nosocomi, a fronte dei 30 milioni stanziati per “regalare” ai privati un pezzo fondamentale della nostra sanità: L’assistenza domiciliare integrata. Di questo la Direttrice non parla e noi cittadini, vogliamo sapere. Come mai al pubblico sono riservate solo le briciole, mentre si da vita a un bando che sfiora i 30 milioni di euro, per dare in appalto ai privati tutta l’assistenza domiciliare integrata del Piceno? Bando che prevede solo la gestione del personale e dei dati sanitari, mentre restano ulteriormente sulle spalle dei contribuenti, le voci di spesa più imponenti che riguardano tutto l’approvvigionamento dei presidi dei materiali e dei farmaci, nonché di tutto il percorso specialistico di cui i pazienti hanno bisogno. Perché quelle cifre non vengono investite nel pubblico? Perché a riscontro, leggendo il bando della gara di appalto, ci si accorge che la cifra offerta è quasi il doppio di quella necessaria per far fronte ai servizi richiesti? Perché tutti quei soldi non vengono tenuti in seno all’Area Vasta 5 lasciando al servizio pubblico un pezzo fondamentale della sanità che riguarda l’assistenza domiciliare Sambenedettese, ma si preferisce regalarlo sopra ad un piatto d’argento, con tutte le conseguenze negative che una gestione sanitaria privata, storicamente attenta principalmente al profitto, si porterebbe dietro?
Pico della Mirandola usava la Cabala per scrutare la realtà e la dignità dell’uomo era la sua fonte d’ispirazione. A noi cittadini basterebbe anche meno: basterebbe avere la garanzia di una sanità pubblica che funzioni piuttosto che assistere ad imponenti e costosissime campagne elettorali che raccontano le solite fandonie. Privato è bello, questo è il motto del PD e dei suoi discepoli, ma i cittadini non lo devono sapere“.