Sanità , Giorgini (M5S) invoca parità di trattamento con le altre province

Due ospedali di primo livello per la sanità picena. Quello, potenziato, di Ascoli Piceno, imprescindibile per l’entroterra colpito dal sisma, e un altro, nuovo, a San Benedetto del Tronto, nel comune di Monteprandone, a servizio dell’area costiera.
A invocarli è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Peppino Giorgini, che ha già presentato emendamenti ad hoc al piano socio-sanitario regionale 2019-2021 – attualmente in discussione e in procinto di giungere in Assemblea Legislativa – per fare in modo che «il sud delle Marche non sia nuovamente penalizzato rispetto alle altre province dal punto di vista sanitario». Pronta anche una mozione nel caso tali emendamenti fossero respinti.
Nel dettaglio, Giorgini chiede di programmare nel Piceno, «in omogeneità alla situazione esistente nelle altre quattro Aree Vaste, tenendo conto anche dell’enorme potenziale di mobilità attiva che deriverebbe dal vicino bacino d’utenza del teramano, 2 ospedali di I livello, uno ad Ascoli Piceno e uno a San Benedetto del Tronto». Relativamente all’ospedale a servizio della zona costiera, l’esponente pentastellato propone un nuovo nosocomio di 250 posti letto da localizzarsi in un’area collinare nel comune di Monteprandone, «scelta che consentirebbe un risparmio notevolissimo per tutti i cittadini marchigiani. Parliamo di circa 120 milioni contro i 900 milioni del project financing preventivato». No all’ospedale unico a Spinetoli (località Pagliare), insomma, «non in grado di servire l’intero territorio e illogico in termini di fabbisogno dei posti letto, efficienza delle attrezzature, rete viabile, condizioni geomorfologiche e igienico sanitarie della popolazione».
«Nel Piceno – rimarca il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – si devono necessariamente prevedere 2 ospedali di I livello per via della conformazione non solo abitativa ma anche turistica-ricettiva, tenendo soprattutto conto delle infrastrutture stradali che fanno della zona a ovest di San Benedetto, a Monteprandone (proprio ai suoi confini), la localizzazione ideale per realizzare una struttura che consentirebbe di far risparmiare ingenti risorse ai cittadini marchigiani, a 1,5 km dal casello della A14, a 1,5 km dal raccordo autostradale Ascoli/Mare, a 100 metri dalla Salaria, a 2 km dalla avio-superficie. E la classificazione di I livello dell’ospedale di Ascoli Piceno non può essere messa assolutamente in discussione, considerando i 917 km quadrati di territorio quasi interamente nel cratere sismico».
A detta di Giorgini, pertanto, «è impensabile e sciocco fare un ospedale unico a Pagliare di 500 posti, distante appena 9 km dal Mazzoni di Ascoli, che potrebbe arrivare a costare fino a 900 milioni, quando se ne potrebbero spendere circa 120 di milioni per farlo a Monteprandone, spostandolo dall’angusta collocazione in centro città a San Benedetto, e  riammodernando contestualmente, e a regola d’arte, quello di Ascoli. Se è la battaglia politica che si vuole, e che si cerca, noi siamo già pronti, da tempo».
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