Sanità, Falco e Baiocchi: «Pronto Soccorso e Chirurgia in stato di crisi»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pronto Soccorso sovraccarico di lavoro e Chirurgia ancora in attesa del primario. Ancora una volta è il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso a lanciare l’allarme.
A parlare, il dottor Nicola Baiocchi e Rosaria Falco.
Pronto Soccorso. «A tal riguardo, oltre alle criticità più volte segnalate per cui si troverà ben presto ad operare sotto organico, poiché dal primo aprile prossimo ben cinque medici otterranno il trasferimento in Abruzzo, presenta delle evidenti difficoltà operative di base, come risulta da alcune segnalazioni allarmanti che ci sono pervenute.
Ad esempio. Il 15 febbraio si è verificato al Madonna del Soccorso il caso di un codice giallo. Ma ci risulta che questo abbia dovuto attendere la visita per ben cinque ore.
Preambolo per i non addetti ai lavori. L’attribuzione di un codice giallo indica che il paziente che accede al Pronto Soccorso è in potenziale pericolo di vita. Indica, quindi, “che il tempo di attesa non dovrebbe comunque superare i 20 minuti ed è necessaria una rivalutazione infermieristica dopo 15 minuti dalla prima e comunque in relazione allo stato clinico del paziente. Il codice attribuito al triage stabilisce la priorità di accesso alla visita. Quindi è fondamentale che il processo venga completato nei tempi previsti. Nel caso in cui il paziente non sia trattato entro 20 minuti deve essere rivalutato. Si deve anche controllare che non siano insorte condizioni per classificarlo come codice rosso. In ogni caso, trascorsi ulteriori 15 minuti, il codice giallo confermato deve essere valutato da un medico. Questi stabilirà il percorso in funzione della successiva eventuale attesa”.
La nostra domanda è semplice. Quante volte il paziente in questione è stato rivalutato dal medico nell’arco delle cinque ore trascorse in attesa? Non solo. Ci chiediamo come sia possibile organizzare e gestire un Pronto Soccorso in modo così incurante delle regole e dei protocolli che dovrebbero disciplinarne l’attività a tutela della sicurezza degli utenti.
Ci dicono anche che lo stesso giorno, per far fronte alla gran mole di pazienti in attesa, sono stati chiamati addirittura gli infermieri e gli OSS da altri reparti. Era presente la direttrice che ha avuto modo di affermare di essere sempre a disposizione? Ci riferiscono di no. Cosa succede al nostro Pronto Soccorso? Quali provvedimenti si sono assunti per far fronte alla situazione disastrosa ed al sovraccarico di lavoro degli operatori? Come si è previsto di ovviare alla massiccia assenza di personale prevista da tempo in prossimità della stagione estiva? Aspettiamo le dovute delucidazioni dalla Direzione Generale e Sanitari. E ancora. Non dimentichiamo che gli accessi al Pronto Soccorso di San Benedetto sono stati nel 2018, secondo i dati regionali, circa 40.000. Ossia, quasi diecimila in più di quelli di Ascoli.
Chirurgia. Infine cogliamo l’occasione per porre una domanda pressante quanto necessaria. Voci malevole ed insistenti vorrebbero farci credere che ci sarebbe la precisa intenzione politica di non sostituire il primario di Chirurgia nel nostro ospedale, dopo il trasferimento del dottor Siquini. Queste affermazioni ci appaiono assurde. Però ci chiediamo, allo stesso tempo, come mai, un mese e mezzo dopo la scadenza per il periodo di prova del dottor Siquini, non c’è ancora nessuna indicazione, nessun comunicato sul bando per il primario del reparto Chirurgia. Parliamo di uno dei tre reparti fondamentali, anche per un ospedale di base. Auspichiamo di non dover attendere sette anni come per l’ortopedia. Anche perché trattasi di un reparto indispensabile per avere un Pronto Soccorso. Ormai, comprendeteci, siamo abbastanza disillusi sull’operato di chi decide del nostro futuro sanitario. Specialmente perché nessuno risponde alle domande. Che siano nostre, o dei cittadini, o degli operatori, con fatti anziché con vuote chiacchiere preelettorali».
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