Sanità, Ceriscioli: “Stiamo virando sulla sanità privata? E’ una fake news”
ANCONA – “Una “fake news” che sta montando una polemica assurda sulla proposta di legge regionale 145, dal momento che la normativa sulle sperimentazioni gestionali in sanità delinea un quadro più restrittivo di quello previsto, già da 25 anni, a livello nazionale. Limita le attività amministrative della Giunta regionale, che altrimenti potrebbero esercitarsi con un’ampia discrezionalità, rivalutando la centralità decisionale dell’Assemblea legislativa. Quindi nessuna apertura indiscriminata al privato, ma contenimento delle opportunità già previste dalla legislazione nazionale”.
È quanto ha chiarito il presidente Luca Ceriscioli per controbattere le accuse di svendere la sanità pubblica a quella privata attraverso le disposizioni della proposta di legge 145. “Si tratta di un fraintendimento, nei migliori dei casi, o addirittura di una polemica politica fuori luogo. La 145 restringe quello che c’è già oggi, quello che la legge nazionale ci permette di fare, cioè le sperimentazioni sanitarie tra pubblico e privato. La normativa regionale proposta riduce il campo discrezionale, non si capisce come possa innescare un cambiamento della natura della sanità marchigiana”. Le Marche occupano il 13° posto in Italia per incidenza della sanità privata sulla pubblica: “Siamo ben lontani dalle prime (Lombardia e Lazio: 27,9 e 24,6) e sette punti in meno (11,8) rispetto alla media nazionale (18,8). L’obiettivo del 2018 è proprio quello di stabilizzare il personale, perché non vogliamo lasciare i lavoratori sanitari nella precarietà. Il budget, calato a 2.684 milioni del 2015, è inoltre salito a 2.759 milioni nel 2017 (superiore ai 2.750 milioni del 2011). Abbiamo quindi investito risorse nei macchinari, nel personale, nella capacitò di spesa delle aziende: come possiamo essere accusati di smantellare la sanità pubblica?”. Ceriscioli ha poi fatto un esempio di modalità integrativa tra pubblico e privato: “Come ipotesi possiamo citare l’uso delle nostre macchine diagnostiche ferme. Abbiamo Tac e Risonanze magnetiche che in una settimana stanno anche 30-40 ore ferme perché il personale pubblico arriva dove può arrivare. Poter utilizzare 30-40 ore in più macchine su cui abbiamo già investito, significa abbattere le liste di attesa, con una incidenza sulla spesa sanitaria generale modesta che ci lascia tranquilli nella 13a posizione, a percentuali bassissime di privato nella sanità marchigiana. Con la proposta di legge mettiamo quindi paletti più stretti, in modo che quando avvieremo una sperimentazione, saremo più sicuri di ottenere un risultato che costa meno e offre servizi”.
Lascia un commento