«Samb non ti dimenticherò mai», parole d’amore per capitan Rapisarda
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ha festeggiato le 100 presenze in rossoblù lo scorso primo settembre (Samb-Triestina 0-0), 4 stagioni con la Samb (3 da capitano) e ancora un altro anno di contratto. Un legame sempre più profondo con questi colori e tanta voglia di correre e sudare per questa maglia: ai microfoni ufficiali rossoblù si è presentato Francesco Rapisarda.
«È stata una grande emozione festeggiare le 100 presenze sotto la Nord, ma tante sono state le emozioni in questi anni. Non dimenticherò mai l’esordio di Mantova il 21 gennaio del 2017, il mister mi mandò subito in campo nonostante fossi arrivato il martedì. Tante le gioie che mi porto dentro come la doppietta di Verona del dicembre 2018, il mio primo gol realizzato in casa contro il Pordenone (esultai con il pallone sotto la maglia perchè io e la mia compagna avevamo da poco saputo che era in arrivo nostro figlio Samuel) o la vittoria nel Boxing day contro la Fermana del 2018. Indimenticabile poi quel Samb-Cosenza dei playoff: il tragitto in pullman dall’Hotel Roma fino al Riviera con migliaia di persone in strade ad incitarci e il Riviera stracolmo, mi vengono ancora i brividi. Ricordo pure però il mio arrivo a San Benedetto, di notte e con il diluvio e la pioggia che ci accompagnò tutti i giorni tipo per un mese, non sembrava un buon presagio ma alla fine è andata bene (ride ndr)».
Rapisarda inizia a tirare i primi calci al pallone con la Nuova Catania per poi approdare al Catania Calcio e fare tutta la trafila delle giovanili fino alla prima squadra.
«In questo percorso con il Catania conobbi Miceli, diventammo amici subito e anche le nostre famiglie partivano insieme per seguirci durante le trasferte. Poi ci siamo ritrovati a San Benedetto e siamo ora capitano e vice».
A Catania il difensore vanta anche convocazioni in prima squadra come nella trasferta a Milano con l’Inter. Poi, nel 2011, va a “farsi le ossa” a Cosenza diventando una specie di talismano: qui vince il campionato, l’anno dopo si trasferisce a L’Aquila e anche in terra abruzzese ottiene la promozione in C1. Ma non è finita. Nella stagione successiva indossa la maglia della Vigor Lamezia e a fine stagione, piazzandosi tra le prime 8 e con la riforma della C in arrivo, passa ancora una volta in C.
«Prima di Lamezia il mio cartellino venne acquistato dal Parma e nel 2015 decido di fare un’esperienza al nord e mi trasferisco al Lumezzane. L’anno dopo con i lombardi incontro anche la Samb nel girone di andata e già si stavano palesando le attenzioni della società rossoblu nei miei confronti e il tutto venne poi concretizzato a gennaio 2017».
Il capitano rossoblu ha infine analizzato la situazione attuale della serie C in attesa del consiglio federale del 20 maggio:
«Vista la situazione che stiamo vivendo chi di dovere deve prendersi le proprie responsabilità e decidere quanto prima. Credo che Reggina, Monza e Vicenza abbiano ampiamente meritato la promozione, sulla quarta avrei preferito anche un playoff ridotto, ma se non ci sono le condizioni per giocare in sicurezza ègiusto che ci si basi su criteri più oggettivi possibili, ovviamente qualcuno non sarà d’accordo, è normale. L’unico vero giudice insindacabile è sempre e solo uno: il campo. Ma la salute viene comunque prima di qualsiasi cosa. Sul futuro? Io non sono poi così pessimista: ho letto di ipotesi di tante squadre che non ripartiranno, ma non credo sia così. Il governo con la cassa integrazione ha aperto una via importante venendo incontro in maniera concreta ai presidenti della C. Credo che verranno attuate altre misure adeguate di sostegno e ho grande fiducia in Ghirelli: non dimentichiamoci che la C è stata la prima lega a fermarsi (tra l’altro una nostra partita Piacenza-Samb) e via via le altre evitando, secondo me, rischi che potevano avere gravi conseguenze per la nostra salute e di tutti coloro che ruotano intorno a questo mondo. Sono sicuro che il presidente farà di tutto per preservare al meglio tutto il movimento di C dove si fa un calcio che sa regalare emozioni bellissime come quelle di cui io sono testimone».
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