Rifiuti, l’affondo di Castelli: “Volgari insinuazioni di Capriotti”
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aumento della Tari e discariche piene. Tonino Capriotti del Pd ha accusato il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli di avere causato il rincaro della tassa sui rifiuti a San Benedetto del Tronto (leggi QUI). Castelli gli risponde per le rime, citando nomi, luoghi e circostanze. “Il consigliere comunale di San Benedetto Tonino Capriotti, mi tira in ballo – tuona Castelli – indicandomi come responsabile degli aumenti Tari che affliggeranno nel 2018 i comuni piceni. Tutto questo perché gli uffici del comune di Ascoli terrebbero “bloccata la procedura” relativa alla discarica “Geta” sita in territorio di Ascoli”.
L’affondo di Castelli: “Sono rimasto molto sorpreso di questa sortita. Innanzitutto perché nei mesi scorsi mi sono incontrato più volte con Tonino Capriotti (che lavora ad Ascoli e che riveste anche il ruolo di consigliere provinciale) il quale si è sempre espresso molto criticamente nei confronti della politica ambientale portata avanti da Paolo D’Erasmo, vero e proprio responsabile della disastrosa gestione dei rifiuti che ha determinato gli aumenti per il 2018”.
Insiste il sindaco di Ascoli: “Con Tonino Capriotti abbiamo sempre convenuto che l’ostinazione di D’Erasmo nel puntare tutto sulla discarica privata Geta, senza tener conto della discarica pubblica di Relluce, esponeva le nostre comunità al rischio di rincari. Rischio che ora si è puntualmente concretizzato. Se la discarica Geta non può ospitare rifiuti solidi urbani, come Tonino Capriotti sa perfettamente, è perché difetta dei requisiti di legge, non perché qualcuno “tiene bloccata la pratica” come volgarmente insinuato dal consigliere Pd. Ricordo a Capriotti, infatti, che la “battaglia” contro la discarica Geta ha visto come protagonista il sindaco di Castignano Polini che è del Pd e che in questa battaglia lo abbiamo sostenuto: oltre che il sottoscritto anche lo stesso Tonino Capriotti e il consigliere regionale Fabio Urbinati. E ricordo a Capriotti che quella discarica, tanto cara a D’Erasmo, è bloccata perché non è sufficientemente distante dai centri abitati limitrofi”.
Finito? macché. “Come può Capriotti – sbotta Castelli – aver dimenticato tutte queste cose? Siamo di fronte ad un caso di amnesia o, più semplicemente, ad un esempio clamoroso di disonestà intellettuale? Lo scopriremo solo vivendo. Nel frattempo, sperando che lo aiuti a recuperare la memoria, consiglio a Capriotti di leggersi la lettera aperta con cui il sindaco di Monteprandone Stefano Stracci, con grande onestà intellettuale, spiega le ragioni dell’aumento della Tari. È tutto spiegato con molta chiarezza e linearità”.
La stoccata finale di Castelli: “Stracci correttamente parla di “problemi autorizzativi” collegati “soprattutto all’ostilità delle popolazioni”. Quell’ostilità che D’Erasmo non ha saputo o voluto superare, consentendo la riapertura di Relluce, mentre Tonino Capriotti scaldava inutilmente il suo seggio ligneo di Palazzo San Filippo”.
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