Regione, approvati la Legge Stabilità 2021 e il bilancio 2021-2023
L’impegno per “la rinascita e la ripresa delle Marche dopo il sisma e la pandemia” e l’augurio ai marchigiani per un un 2021 di “speranza e normalità”. Così il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha chiuso la seduta di ieri che si è conclusa, verso le 22.45, con l’approvazione della Legge di Stabilità 2021 e del Bilancio di previsione 2021-2023.
L’Assemblea presieduta da Dino Latini (Udc-Popolari Marche) si è svolta in presenza – alcuni consiglieri e assessori collegati in videoconferenza – ma si è tenuta a porte chiuse dopo il caso di positività a coronavirus di una consigliera (asintomatica) che ha fatto scattare i protocolli di sicurezza.
Via libera dunque alle proposte di legge a iniziativa di Giunta sulle “Disposizioni per la formazione del bilancio 2021-2023 della Regione (legge di stabilità 2021)” (21 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto) e “Bilancio di previsione 2021-2023” (20 favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto).
La manovra è costruita sulle linee di programmazione dell’esecutivo, riguardanti famiglia, fragilità, imprese ed eccellenze. Oltre tre ore di dibattito sulle due proposte nella seduta iniziata poco prima delle 11.
Dopo le relazioni introduttive delle relatrici Jessica Marcozzi (Fi), per la maggioranza, e Marta Ruggeri (M5s), per l’opposizione, sono seguiti 12 interventi di consiglieri di tutte le forze politiche. Conclusioni affidate all’assessore al bilancio Guido Castelli.
Gli esponenti di maggioranza hanno sottolineato la volontà di “discontinuità”: è stato ribadito che a questa prima fase di ricognizione e di riprogrammazione delle risorse di fine anno, seguirà in primavera una nuova manovra dedicata alle riforme e al rinnovamento, integrata dalla programmazione comunitaria e dalle risorse del Recovery fund. Dai banchi del Pd, invece si è parlato di “copia incolla” del bilancio precedente e di scelte “senza visione”. Accesa querelle tra i consiglieri sulla cosiddetta “Tabella C”, allegata di consueto al bilancio di previsione che comprende diversi contributi distribuiti sul territorio, e sempre motivo di polemica tra maggioranza e opposizione tra chi li ritiene in ogni caso necessari e chi li giudica una sorta di ‘scambio’ elettorale
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