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Quale futuro per San Benedetto/Urbinati e il porto turistico
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le velleità che girano intorno al porto della Riviera sono le più ambiziose e le più umili nello stesso tempo. A chi vede il porto come rifugio dei pescatori e pochi nostalgici turisti o velisti in preda all’insonnia, si contrappone la nuova visione sponsorizzata anche da Piunti e soci di un polo di attrazioni turistiche e commerciali. Come la vede il consigliere regionale e capogruppo di Italia Viva, Fabio urbinati?
Amarcord. “Io ero assessore quando abbiamo disegnato il nuovo piano del porto prevedendo una vocazione turistica per tutta l’area. Oggi infatti la pesca è un’attività fiorente ma punta più sulla qualità che la quantità. Ci sono meno imbarcazioni, con minore dispendio energetico e sforzo di pesca. Oggi le barche sono più sicure e la pesca più selettiva”.
L’idea. “Un collegamento città-porto, un waterfront che va studiato, ho un’idea ma va valutata, e tra breve la presenterò. Aprire al mare tutta la zona dall’ex galoppatoio. E per fare questo servono idee e una programmazione. Serve fare politica”.
Una via verde al mare. “Tutto si basa sul collegamento città-porto senza cemento ma con molto verde. Così che dovunque ti trovi vi sia qualcosa di organico ti porti verso il mare. Non è complicato farlo, perché il porto in centro città ce lo abbiamo già”.
Un polo di attrazioni. “Attività commerciali e ricreative con spazi pubblici. Il tutto sta dentro a una programmazione complessiva con zone pubbliche, commerciali, ricreative, per la condivisione, che vanno pensate e realizzate”.
La visione. “Gran parte delle città europee hanno basato il loro rilancio partendo dai porti: Barcellona, Valencia, molte negli USA. La sicurezza in primis: tutelare le aree di lavoro è fondamentale perché la sicurezza è un tema che va pianificato nello stesso orizzonte di quello dell’intrattenimento”.
L’accusa. “Con questa amministrazione il rilancio non ci sarà, Piunti guarda solo a ciò che ha a 50 cm davanti agli occhi e lo fa anche male”.
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