Prysmian: niente da fare, confermata la chiusura. Il ministro Guidi: "Continueremo a cercare soluzioni"

 

Prysmian conferma la volontà di chiudere lo stabilimento di Ascoli Piceno e si dice disposta a rinunciare a 14 milioni di euro di finanziamenti europei al tavolo con i sindacati e le istituzioni al ministero dello Sviluppo. È quanto si apprende da fonti sindacali. La ex Pirelli cavi garantisce investimenti negli altri stabilimenti italiani dove sarebbe pronta a ricollocare i circa 120 dipendenti di Ascoli. Alla riunione ha partecipato il ministro Federica Guidi.
La riunione si è conclusa con l’impegno a mantenere aperto il tavolo ministeriale fino al raggiungimento di una soluzione condivisa. Intanto il governo, sempre secondo fonti sindacali, ha chiesto che si apra un confronto sul piano sociale e lavora per arrivare nelle prossime settimane a un accordo di programma per Ascoli con investimenti per la reindustrializzazione. L’azienda sarà chiamata a contribuire. Il ministro Guidi, ha ribadito che il governo continuerà a ricercare soluzioni che tutelino l’occupazione e il
territorio. Il tavolo tornerà a riunirsi di nuovo al MISE nei prossimi giorni e si procederà alla definizione di un accordo di programma per favorire la reindustrializzazione di un’area in difficoltà economica. 
Questa sera o al più tardi domattina l’assemblea dei lavoratori della Prysmian di Ascoli Piceno voterà se dare mandato ai sindacati di trattare per ottenere un accordo con l’azienda per diminuire l’impatto sociale della chiusura. ‘‘Se non ci sediamo a trattare, entro 10-15 l’azienda procederà unilateralmente avviando le procedure di mobilità’‘, afferma il segretario nazionale Femca-Cisl Luca Bianco. ”I tempi sono strettissimi – aggiunge per la Uiltec Alessandro Rossini – e non dimentichiamo che i lavoratori sono da 70 giorni in presidio, senza stipendio’‘. L’azienda si è detta disponibile a varie possibilità e non esclude a priori la vendita dello stabilimento. La prospettiva, secondo i sindacati, potrebbe essere uno o due anni di cassa integrazione per chiusura e un programma di reindustrializzazione per dare un futuro allo stabilimento.

Il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, si dice ”sbigottito” dal rifiuto della Prysmian di ripensare il piano industriale, al termine di un ”aspro” confronto al ministero dello Sviluppo. ‘‘E’ una decisione paradossale, chiudono lo stabilimento di Ascoli, quello che va meglio”, afferma a margine del tavolo. Castelli spiega di aver chiesto al governo di riconoscere la zona come area di crisi industriale complessa per arrivare a un programma di riqualificazione con fondi per la reindustrializzazione. ”Non possiamo sostenere in nessun modo la chiusura della Prysmian, stiamo scivolando tra le province peggiori dal punto di vista dell’occupazione. La situazione sta diventando esplosiva dal punto di vista sociale”, il commento del presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Paolo D’Erasmo, a margine del tavolo a Roma. ‘‘Siamo una zona al confine con il Sud Italia ma non beneficiamo degli aiuti e dei finanziamenti per il Mezzogiorno’‘, continua D’Erasmo che spiega che l’unica soluzione per avere fondi per la reindustrializzazione è il riconoscimento dell’area come zona di crisi industriale complessa.
“Il giudizio è netto: la chiusura dell’unità produttiva di Ascoli Piceno è inaccettabile”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, sulla vicenda della Prysmian di Ascoli. “L’annuncio dell’azienda lascia esterrefatti’‘ afferma in una nota. ”Si vuole chiudere uno stabilimento strategico e tra i più produttivi. Una contraddizione in termini. Siamo accanto al Governo nazionale affinché, fino all’ultimo, siano compiute tutte le iniziative e si possa arrivare a una diversa soluzione che salvaguardi occupazione e unità produttiva”. Per Spacca ”è fondamentale e urgente che finalmente si elaborino strumenti di protezione e di rilancio di un territorio così duramente colpito, attraverso l’elaborazione di un accordo di programma per Ascoli. Come Regione siamo disponibili a fare la parte che ci compete“.
Noi diciamo al Governo di ritirare quei contributi pari a 32 milioni di euro, e con queste risorse investire sul sito ascolano, trovando nuovi compratori che possano rilanciare e far proseguire l’attività della fabbrica”, afferma Andrea Quaglietti, segretario regionale dell’Usb.
Incomprensibile la posizione di Prysmian sulla chiusura dello stabilimento di Ascoli, mi auguro che ci siano margini per rivederla”. Lo afferma l’on. Lara Ricciatti di Sel, in merito al tavolo aperto al ministero dello Sviluppo economico con azienda, organizzazioni sindacali e istituzioni. La deputata di Sel dà atto al ministro Guidi “dell’impegno che sta mostrando su questa vertenza, anche se non è sufficiente per sopperire alle carenze del governo in materia di politica industriale, troppo spesso soggetto passivo nelle scelte dei grandi gruppi economici“. E il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Marche Luca Ceriscioli twitta: “Bene impegno del governo per vicenda Prysmian con accordo di programma per tutela occupazione e territorio Piceno”.

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