Primo caso di vaiolo delle scimmie nel Piceno

Durante una visita di counselling presso l’ambulatorio di Infettivologia dell’AREA VASTA 5, la Dr.ssa Giuseppina D’Amato ha notato delle lesioni cutanee sospette associate a linfoadenomegalia (ingrossamento dei linfonodi), in un paziente, che non aveva storia di viaggi recenti in Paesi endemici e non risultava vaccinato contro il vaiolo umano. N.d.R. In Italia, la vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. Oggi sono disponibili nuovi vaccini (di terza generazione) più attenuati e non replicanti, approvati per usi specifici da diverse autorità regolatorie nazionali.

La Dr.ssa Amato ha eseguito prontamente il tampone a livello delle lesioni cutanee per la
ricerca mediante test PCR del virus del vaiolo delle scimmie (monkeypox).

Il tampone è stato quindi inviato per l’analisi laboratoristica al reparto di Virologia dell’A.O. Ospedali Riuniti di Ancona. Nel contempo, la notifica di caso sospetto, è stata inviata al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, diretta dal dott. Claudio Angelini, che ha tempestivamente ha allertato l’ASUR e la Regione, ai fini della segnalazione al Ministero della Salute. Nel tardo pomeriggio è stata comunicata la conferma di positività al tampone di ricerca per vaiolo delle scimmie.

Si tratta di un uomo di 42 anni residente nella nostra provincia e le sue condizioni non destano preoccupazioni.

Il SISP ha disposto il provvedimento di isolamento domiciliare che avrà la durata di tre settimane e comunque fino alla risoluzione della sintomatologia.

Si stanno effettuando le indagini epidemiologiche per la ricerca dei contatti stretti ai quali verrà chiesta l’autosorveglianzasintomatologica per 21 giorni dall’ultimo contatto con il caso confermato, e che, se dovessero comparire segni/sintomi tipici del vaiolo delle scimmie dovranno contattare immediatamente il loro medico di medicina generale.

La situazione è costantemente monitorata dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica.

Ci troviamo di fronte ad una malattia a trasmissione diretta e che, in particolare alle nostre latitudini, si diffonde tra esseri umani, attraverso contatti stretti.

Si tratta inoltre di una malattia molto diversa rispetto al Covid, con i cluster che tendono ad autoeliminarsi.

Si tratta ormai di una infezione endemica che conta 6.177 casi nel mondo e 192 (193 con il nostro!) in Italia (che si colloca al nono posto per casi) con la quale dovremmo imparare a confrontarci senza allarmismi e inutili paure.

Per quanto riguarda la situazione epidemiologica nazionale si rileva che il primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie è stato confermato il 20 maggio 2022.

Al 1 luglio 2022 i casi confermati in Italia sono 192, identificati principalmente nelle Regioni Lombardia (109), Lazio (40), Emilia Romagna (17).

I sintomi del vaiolo delle scimmie comprendono di solito: febbre, intenso mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e astenia. Durano da 2 a 4 settimane e scompaiono da soli senza trattamento.

I segni più frequenti sono: linfonodi ingrossati ed eruzioni o lesioni cutanee sottoforma di vescicole.

Possono essere infettive ulcere, lesioni o piaghe della bocca. Il virus può diffondersi attraverso la saliva o attraverso droplet in caso di contatto prolungato faccia a faccia (a maggior rischio gli operatori sanitari, i membri della stessa  famiglia e altri contatti stretti dei casi confermati),
ma anche con contatto diretto tra le lesioni durante rapporti sessuali.

Infine, indumenti, lenzuola, asciugamani o stoviglie contaminati dal virus di una persona infetta possono contagiare altre persone.
Si ribadisce che è fondamentale che chiunque abbia sintomi riferiti al vaiolo delle scimmie contatti immediatamente il proprio medico.

 

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