Presentato il progetto per la nuova “Relluce” realizzato dallo studio Boeri
Svelata l’identità del Progetto Re+, voluto dal sindaco Marco Fioravanti e che Ascoli Servizi Comunali srl ha affidato allo studio Stefano Boeri Architetti. Lo studio fondato dall’architetto Stefano Boeri si è occupato di elaborare una visione per la riqualificazione dell’impianto di compostaggio del polo, con l’obiettivo di offrire alla cittadinanza un impianto di recupero dei rifiuti funzionale ed armonicamente inserito nel contesto ambientale, nonché occasione di sviluppo per il territorio.
Concepito come grande parco sostenibile del rifiuto, quello di Re+ è un sistema territoriale complesso – un innovativo parco sostenibile del rifiuto – grazie al quale sarà possibile svolgere attività di ricerca e sperimentazione relativa all’intero ciclo dei rifiuti, nel costante rispetto del contesto territoriale e paesaggistico. Sinonimo di rinnovamento ecologico, il Progetto Re+ conta macroaree differenti, unite tra loro dal fil rouge della sperimentazione sostenibile, attraverso le quali sensibilizzare alla tutela dell’ambiente l’intera cittadinanza.
Moderata dalla conduttrice e scrittrice Claudia Conte, la conferenza di presentazione del Progetto Re+ vedrà gli interventi dell’Architetto Stefano Boeri, del Sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, del Sottosegretario di stato al ministero dell’economia e delle finanze Lucia Albano, del Senatore e commissario straordinario ricostruzione sisma Guido Castelli, degli assessori della Regione Marche Andrea Antonini e Stefano Aguzzi, di Andrea Zambrini per Ascoli Servizi Comunali e del vicepresidente di Picenambiente Umberto Pulcini.
Il progetto di Stefano Boeri Architetti per la Fabbrica dei Materiali prevede la riqualificazione dell’intero polo impiantistico di Relluce, sito nel comune di Ascoli Piceno, con la prospettiva di trasformare lo spazio in una “fabbrica del futuro”: un luogo dove ricerca, produzione di energia e riciclaggio si incontrano, generando al contempo un hub per l’arte e la cultura.
Il progetto include:
- un’area per l’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti e la produzione di combustibile solido secondario;
- un’area impianto di compostaggio per la produzione di compost e vasi biodegradabili per vivai florovivaistici e un’area impianto biometano per la produzione di metano liquido.
- Il progetto prevede inoltre la costruzione di un campo di produzione di energia rinnovabile la cui superficie totale è stimata in 12.368 mq, con l’obiettivo di implementare la produzione di energia pulita nell’area e costituire una vera e propria comunità energetica, di cui potrebbero beneficiare i Comuni limitrofi.
Ma la “Fabbrica dei Materiali” è caratterizzata anche da un’importante vocazione artistica e dalla valorizzazione del sistema naturale.
- I territori della vecchia discarica, caratterizzati da una forte antropomorfizzazione del paesaggio, vedono infatti una rinaturalizzazione del territorio – precedentemente impermeabilizzato – per ospitare giardini botanici e spazi per la produzione ed espressione artistica.
- Un vero e proprio museo a cielo aperto progettato per accogliere, attraverso un progetto di curatela, una selezione di opere permanenti e temporanee.
Nello specifico l’intervento identifica una serie di aree tematiche, con funzioni specifiche, unite dall’obiettivo comune di sottolineare l’importanza di progettare con circolarità e sostenibilità, in un’ottica di minimo consumo delle risorse e riutilizzo dei materiali.
La “Fabbrica dei Materiali” si sviluppa attorno a un centro di estrazione del biometano, progettato con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto visivo della struttura. Un approccio improntato alla sostenibilità viene adottato sulla struttura esistente, rivestita con una nuova copertura in legno e, sulle superfici inclinate rivolte a sud, con pannelli fotovoltaici. Insieme al legno le attuali strutture vengono trasformate attraverso l’implementazione di un rivestimento in maglia metallica perforata, che costituisce una superficie ideale per le piante rampicanti, e consente alla luce naturale di penetrare nella struttura, riducendo la necessità di illuminazione artificiale e risparmiando energia. La stessa struttura in legno e rete metallica riveste anche l’impianto di compostaggio.
Tra gli altri elementi del progetto, la serra didattica, progettata come hub per artisti e creativi, include aree di workshop e laboratori, insieme ad aree comuni dove lavorare, incontrarsi e collaborare.
Con l’obiettivo di rinaturalizzare una parte di territorio, il progetto trasforma un’area del sito di discarica in un giardino botanico, pensato per raccogliere e presentare un’ampia selezione di piante e ambienti botanici con l’obiettivo di diventare un simbolo di speranza e rinnovamento, dimostrando il valore degli spazi verdi nel rivitalizzare e trasformare anche i luoghi più complessi. All’interno del parco un giardino labirinto, progettato come un labirinto di sentieri e vegetazione, funge da rifugio e include anche un’area riservata agli artisti, in cui esporre installazioni generate dal recupero e dal riutilizzo dei rifiuti stessi.
Nel punto più alto del parco è situato l’anfiteatro, luogo di ritrovo collettivo per eventi, attività culturali e spettacoli all’aperto. Infine, il bosco della rigenerazione funge da dispositivo per non dimenticare i rischi di un territorio fragile come quello italiano: progettato, con una rete di sentieri e passerelle fruibili, offre ai visitatori un’esperienza immersiva nella foresta, riducendo al minimo la progettualità per lasciare spazio ai ritmi e all’evoluzione della natura.
La “Fabbrica dei Materiali” si presenta come esempio unico nel suo genere, unendo una fase produttiva a una di recupero e riutilizzo delle risorse, il tutto inserito in un contesto architettonico mirato alla sostenibilità, all’integrazione con l’arte e al minimo impatto ambientale. Il progetto, così, si pone come esempio di approccio architettonico integrato, dialogando con il contesto, moltiplicando le funzioni che ospita e puntando a un minimo consumo di risorse, diventando a tutti gli effetti un generatore di cultura ed energia pulita, un vero e proprio ecosistema produttivo.
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