Prendiamoci cura del nostro futuro: a Grottammare arriva l’intelligenza artificiale

Il programma di quest’anno de La mia scuola a rifiuti zero ha previsto per le classi terze un approfondimento sull’intelligenza artificiale (IA) come mezzo per migliorare le nostre vite e sviluppare ulteriormente le nostre capacità, sia come individui che per il bene comune, nel rispetto della dignità, autonomia e autodeterminazione degli individui.

Cos’è l’intelligenza? Rispondendo a un test, i ragazzi hanno appreso che l’intelligenza è un insieme di tante abilità, come camminare, giocare, ma anche avere coordinazione fisica, intuizione, cercare le parole per consolare qualcuno, e molto altro.

E come funziona l’intelligenza?   Il docente esperto di intelligenza artificiale, Daniele Primavera, spiega che ciascuno di noi ha capacità specifiche, ad esempio linguistica, logico-matematica, spaziale, corporeo cinestetica: un ragazzo osserva che fino a qualche anno fa i robot non erano in grado di camminare o percepire lo spazio. Poi c’è la capacità musicale, intrapersonale e interpersonale, naturalistica, esistenziale. Quindi l’intelligenza è uno spazio dove si esprimono tante capacità.

E allora cosa significa “artificiale”? vuol dire fatto, realizzato (non presente in natura), ottenuto con arte, artificioso, non spontaneo, una simulazione, rispondono i ragazzi.

E, infine, cos’è un computer? E’ una macchina in grado di automatizzare i calcoli matematici, rappresentare testi, immagini, suoni.

Allora, l’intelligenza artificiale è la capacità o il tentativo di un sistema artificiale di simulare l’intelligenza umana attraverso l’ottimizzazione di funzioni matematiche.

Ma il computer può essere uguale all’uomo? A questa domanda cerca di rispondere il test di Turing, un esperimento che valuta la capacità di una macchina di esibire comportamenti intelligenti pari o indistinguibili da quelli di un umano. Il test è stato superato da un computer solo nel 2014, ma già nel 1997 un PC aveva battuto a scacchi il campione mondiale Kasparof .

Attenzione, però. Questo avviene perché il computer è molto più veloce nelle elaborazioni matematiche, ma ciò non vuol dire che sia intelligente o in grado di capire cosa sta facendo e perché.

Col tempo abbiamo fatto molti passi avanti: oggi ci sono programmi di intelligenza artificiale che possono dialogare con gli esseri umani. Ad esempio, ChatGPT (Generative Pretrained Transformer) è un dispositivo molto simile a un essere umano, che ne imita i comportamenti, ma bisogna sempre verificare le sue azioni e le sue risposte, perché l’intelligenza artificiale non è perfetta, può sbagliare…. La grande sfida è migliorare capacità di critica per riconoscere il vero dal falso.

Essendo un computer, l’IA non prova emozioni, ma capisce le emozioni. E’ in grado di elaborare e fare diagnosi mediche, ad esempio, ma potrebbe non avere la capacità empatica di un medico, anche se, simulando, può consolarci.

Di cosa ha bisogno l’IA per funzionare? Hardware, software e addestramento, cioè la possibilità di apprendere su ampie basi dati.

Cosa può fare? Utilizzare il linguaggio per fare conversazione o traduzioni, scrivere sceneggiature o libri; riconoscimento vocale e sintesi vocale; riconoscimento facciale; automazione e robotica, auto a guida autonoma; lavori nell’industria e nei servizi; educazione e formazione, tutoraggio personalizzato, correzione di compiti e test, ma anche creatività e intrattenimento… e cammina benissimo! Come si può vedere in questo video della Atlas Boston dynamics https://www.youtube.com/watch?v=29ECwExc-_M

Ecco, ora i ragazzi sono pronti per dialogare con ChatGPT: ad esempio, chiedono di creare una guida per turisti che contenga informazioni utili su Grottammare. ChatGPT elabora un indice, poi propone di approfondire con i paragrafi. Se gli chiediamo di parlarci della gastronomia locale, raccoglie numerose ricette di zona e ci indica dei ristoranti dove trovarle. Dato che viviamo a Grottammare, siamo in grado di valutare le risposte e verificare se sono esatte, cioè se le ricette sono locali, se i ristoranti proposti le realizzano e se ChatGPT ha colto le peculiarità della zona. A questo punto i ragazzi possono utilizzare questi materiali e rielaborarli secondo le loro specifiche preferenze e abilità.  Così i ragazzi hanno capito che siamo noi che dobbiamo dire all’AI cosa deve fare.

L’esercizio grafico, invece, consiste nel chiedere a ChatGPT una vignetta in bianco e nero con un ragazzo e una ragazza che stanno parlando in giardino (questa istruzione si chiama prompt). Man mano che fanno domande l’IA corregge il risultato, ma può sempre sbagliare qualcosa: nel nostro caso, ha sbagliato la posizione di braccia e mani dei ragazzi.

L’assessore alla sostenibilità Alessandra Biocca ha ricordato che questo impegno a realizzare con passione progetti di sostenibilità rende i ragazzi ottimi ambasciatori dell’Agenda 2030, in assoluto la nostra risorsa principale per un futuro sostenibile!

La professoressa Francesca Amurri, ideatrice e coordinatrice del progetto insieme alla professoressa di arte Silvia Mari, ha invitato i ragazzi a partecipare al concorso “Intelligenza artificiale, turismo, territorio” indetto dalla Smart Piceno Aps, presentando i lavori che saranno realizzati nelle prossime settimane sulla base di quanto appreso oggi. Tra le proposte possibili, la progettazione di un totem turistico informativo.

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