Piedi per terra e testa sulle spalle, il vero Ascoli sta arrivando!

E’ stata la gara perfetta

Como-Ascoli 0-4, risultato più rotondo di ogni possibile previsione.

IL MERITO E’ DI TUTTI – Match a senso unico per gran parte dei 90′. E il merito è di tutti. A cominciare da Lanni: se non avesse salvato col piede il tiro a botta sicura di Ebagua quando il risultato era ancora sullo 0-0 forse saremmo qui a parlare di un’altra gara. Il merito è della difesa, che pur commettendo qualche sbavatura è stata sempre attenta e concentrata anche quando i tre punti erano già virtualmente conquistati. Il merito è di un centrocampo che – con l’inserimento di un mediano di qualità (Pirrone) e di due mezz’ali tutta corsa (Giorgi) e tecnica (Jankto) – non ha nulla da invidiare alle altre squadre. Il merito è dell’attacco, cinico e spietato. Il merito è dell’allenatore.

MISTER E MODULO – Già, l’allenatore. Perché mister Petrone – manco a dirlo – aveva già dovuto fare i conti con i primi mugugni di alcuni tifosi, non contenti dopo un avvio titubante della squadra. Quegli stessi tifosi che però forse non si erano accorti che la rosa era stata allestita in fretta e furia, che i giocatori avrebbero avuto bisogno di tempo (e hanno ancora bisogno di tempo) per conoscersi bene e riuscire a ‘trovarsi’ in mezzo al campo. Quegli stessi tifosi che criticavano la scelta del 3-5-2, non rendendosi conto che senza trequartista era l’unico modulo adottabile. Trequartista (Grassi) che solo ieri è tornato a disposizione – se si esclude la sgambata con il Brescia. Quei tifosi possono dormire sonni tranquilli: il 4-3-1-2 sarà il modulo dell’Ascoli.

TUTTI UNITI PER IL BENE DEL PICCHIO – Poi ci sono gli altri tifosi. Circa 100. Che non meritano una menzione particolare perché “migliori” di altri. C’è chi lavora, chi non può permettersi un viaggio di quasi 1200 km tra andata e ritorno, chi ha altri impegni. Ma c’è quel centinaio di tifosi. Un manipolo di supporters che è arrivato fino a Novara senza pensare al 3-5-2, 4-3-1-2, Petrone sì Petrone no, un punto nelle ultime tre partite, zero punti conquistati e zero gol fatti in trasferta. Tifosi che hanno incitato la squadra dal 1′ al 90′, raccogliendo anche gli applausi dei ‘rivali’ lariani. Beh, il merito della vittoria è anche loro. Il dodicesimo uomo in campo. Perché avere un Del Duca gremito quando si gioca in casa è bellissimo. Ma sapere di poter contare su un pubblico da urlo anche in trasferta non è cosa da poco.

PIEDI PER TERRA, TESTA SULLE SPALLE – Ora per l’Ascoli inizia finalmente un nuovo campionato. Un poker in trasferta per il Picchio non si vedevano in B da oltre cinque anni: era l’11 settembre 2010, i bianconeri si imposero 2-4 sul PiacenzaChi aprì le danze? Gigi Giorgi, cinque anni fa come ieri. In campo c’era anche Cacia: l’attaccante dei Lupi si fece ipnotizzare dal dischetto da Guarna. Da allora quattro gol lontano dal Piceno sono diventati tabù. Ieri la partita perfetta. Che però non deve trarre in inganno. Guai a farsi prendere dall’entusiasmo e abbassare la guardia. La classifica è cortissima: il Picchio è a -6 dalla vetta e a -2 dai playoff, ma anche a +2 sui playout e +4 sulla zona retrocessione diretta. Bastano alcuni risultati utili consecutivi per volare, basta un passo falso per ripiombare all’inferno. Piedi per terra e testa sulle spalle. Il vero Ascoli sta prendendo forma.

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