Percolato e tutela delle acque, ad ottobre il ricorso al Tar di Giorgini
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Percolato e tutela delle acque, ad ottobre il consigliere Peppe Giorgini (Movimento Cinque Stelle) presenterà ricorso al Tar contro la Regione Marche.
«Nell’ultimo consiglio regionale – dice Giorgini – quello del 30 luglio 2020, si sono viste cose che voi umani non potete immaginare. Consiglieri di maggioranza presentare proposte di modifica delle leggi, con PAA (proposte atto amministrativo), che mai si erano visto nella storia regionale marchigiana ed è stata una indegna conclusione di una legislatura partita male e finita peggio.
Oltre alla proposta che riguardava la modifica del Piano regionale di edilizia residenziale (D.G.R. N. 337 del 13 febbraio 2001), PAA n. 83, presentata dalla vicepresidente Casini, e quella che riguardava il recente Piano della Costa dove si prevedeva addirittura il cambio di destinazione d’uso degli immobili nella fascia di rispetto dei 100 metri, presentata da Minardi – anche queste due presentati senza alcuna vergogna – ce n’era un’altra, la PAA n. 81, che prevedeva una modifica sostanziale al PTA (Piano Tutela delle Acque) riguardante gli scarichi in pubblica fognatura.
Nonostante la mia battaglia, prima del consiglio e in consiglio, dove si è arrivati anche ad una sospensione della seduta di un’ora, l’atto purtroppo è passato, comunque con un solo voto di differenza, anche perché alcuni consiglieri della maggioranza non hanno votato.
Lo stesso giorno ho mandato tutta la documentazione al mio avvocato che sta preparando un nutrito ricorso al TAR, a nome mio e a nome e per conto del Movimento 5 Stelle delle Marche, che con certezza assoluta verrà presentato ai primi di ottobre 2020.
Questa ennesima sconcezza avviene nonostante la commissione Europea abbia già notificato, nel 2019, un Parere Motivato (Seconda fase dove poi scatta l’infrazione e quindi le multe molto salate) all’Italia, per 13 regioni tra cui le Marche, proprio sugli scarichi urbani e la qualità dei corpi idrici in relazione agli obiettivi di qualità fissati appunto dalle norme UE.
In pratica questa modifica ha avuto luogo probabilmente per accontentare, in vista delle elezioni, le lobby della monnezza e gli industriali del settore, e va a modificare il PTA (Piano Tutela delle Acque).
Questa alterazione oltre a determinare un notevole peggioramento della qualità dei corpi idrici – in relazione proprio agli obiettivi di qualità che la commissione Europea ci contesta da tempo – prevede che i soggetti beneficiari (particolari settori industriali e per chi ha impianti di trattamento rifiuti) potranno scaricare il percolato in pubblica fognatura senza rispettare nessuna regola in merito ai valori limite degli inquinanti contenuti nel percolato.
Con questo nuovo sistema si risparmieranno molti soldi, non facendo gli impianti di trattamento del percolato – che dovrebbe essere trattato sul posto con lo scarico o il recupero della acqua depurata e la nuova immissione di quella minima quota parte di liquido concentrato in discarica sino alla sua completa mineralizzazione – ma si aumenteranno i guadagni risparmiando circa 30 euro a tonnellata per lo smaltimento del percolato in strutture specializzate.
La proposta peggiorerà notevolmente i nostri corpi idrici perché verranno scaricati dentro i peggiori inquinanti: Cod, Bod5, cloruri, ammoniaca, metalli pesanti, tensioattivi e idrocarburi che potranno tranquillamente transitare nelle nostre fogne e quindi finire tranquillamente nei nostri fiumi e nel nostro mare. Una vergogna per l’Italia, una vergogna per le Marche dove ancora nel 2020 si fanno leggi, o modifiche di leggi, ad hoc, solo ed esclusivamente per ottenere consenso politico».
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