Parisciani: “Il Covid ha evidenziato l’importanza del Madonna del Soccorso. Serve una nuova struttura”
Masha Parisciani è impegnata fin dall’inizio nella lotta al Covid come caposala della Murg dell’ospedale “Madonna del Soccorso”. Gli operatori sanitari sono quelli che hanno pagato un tributo maggiore nella guerra alla pandemia
Dopo un periodo di relativa calma, c’è stato un leggero aumento di ricoveri di pazienti covid positivi. Qual’è la situazione al momento?
“La situazione ad oggi si articola sulla gestione di due percorsi: pazienti negativi che necessitano di stabilizzazione e cure e pazienti positivi che altresì hanno bisogno di essere ricoverati. I dati attuali sui contagi non segnano una situazione di forte criticità ma questo non vuol dire che bisogna abbassare la guardia, i ricoveri purtroppo ci sono sempre stati, sia in terapia intensiva che semintensiva”.
Di cosa necessita maggiormente l’ospedale di San Benedetto?
“L’ospedale di San Benedetto è un ospedale importante che raccoglie l’utenza della costa, dell’ entroterra Piceno e del nord dell’Abruzzo. Sicuramente c’è bisogno di una revisione sostanziale e di un potenziamento del suo attuale assetto sanitario, amministrativo e tecnico. Il nostro nosocomio gestisce un numero incredibile di pazienti, il nostro pronto soccorso in termini numerici è il secondo delle Marche e per un dipartimento di Emergenza così importante, c’è bisogno di una sovrastruttura di reparti altrettanto importante. L’emergenza Covid ci ha evidenziato ancora una volta l’importanza che ha il l’Ospedale “Madonna del Soccorso” per l’enorme bacino di cittadini che tratta”.
Potenziare il Madonna del Soccorso oppure costruirne uno nuovo? Se si, dove?
“San Benedetto ha urgenza di un nuova struttura ospedaliera, di un nuovo ospedale adeguato alle più recenti norme e standard di qualità, antisismico e con tecnologie e servizi all’avanguardia, che sia inserito perfettamente in un sistema sanitario che potenzi le cure domiciliari, la prevenzione, la complementarietà con le altre strutture sanitarie presenti e che, soprattutto, sappia attrarre professionisti di spessore: Il contenitore è importante ma il contenuto lo è ancora di più”.
Da operatrice in prima linea, qual’è stato il momento più difficile di questa pandemia?
“Se penso a quello che abbiamo vissuto con la prima ondata e mi guardo indietro, a volte mi chiedo come sia stato possibile affrontare uno tsunami del genere. Il personale sanitario, fatto di donne e uomini che non si sono mai tirati indietro hanno dimostrato oltre che una professionalità altissima anche un altissimo senso de dovere e di umanità. Nonostante le tute, le mascherine, gli occhiali abbiamo sempre cercato di far sentire i nostri pazienti mai soli, soprattutto in un momento per loro così difficile”
Come migliorare la mobilità attiva verso l’ospedale di San Benedetto?
L’ospedale di San Benedetto del Tronto ha da sempre una mobilità attiva maggiore di quasi tutte le realtà marchigiane. Il Covid ha generato un grande cambiamento delle priorità ma torno a dire che la parte più importante la giocano le professionalità che mettono in campo la loro capacità: il cittadino sceglie un percorso di cura rispetto ad un altro in base al professionista innanzitutto, ed è quello su cui dobbiamo porre attenzione. C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità e di fare scelte investendo sui professionisti che hanno dimostrato le loro capacità e competenze.
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