Parchi pubblici, Canducci: «Errato vietare l’ingresso nelle aree recintate»

canducci

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Parchi pubblici. Secondo Paolo Canducci, il divieto d’ingresso nelle aree verdi recintate si rivelerà presto una scelta sbagliata.

Manutenzione. «Nella mia ultima riflessione avevo evidenziato l’importanza che avranno nella fase 2 gli spazi pubblici – dice Canducci – in particolare i parchi, e suggerivo di approfittare di questi giorni di quarantena per effettuare importanti interventi di manutenzione ordinaria del verde, così da farsi trovare pronti al momento della riapertura. Il tanto atteso giorno X è arrivato. Finalmente si può uscire anche per fare passeggiate o attività motoria lontano dalla propria abitazione».

Il divieto. «Il sindaco ha deciso di tenere chiusi i parchi “recintati” della città anche dopo il 4 maggio. Perché? La motivazione ufficiale è la difficoltà di impedire l’utilizzo dei giochi e dei campetti da parte dei più piccoli. Non si comprende, invece, come mai nei parchi non recintati tale difficoltà dovrebbe scomparire».

I rischi. «A mio modesto avviso si tratta di un gravissimo errore. Da lunedì molti di noi usciranno per passeggiare e fare attività motoria. La scelta del sindaco di impedire di utilizzare i parchi dei quartieri rischia di spingere tutti a raggiungere il lungomare o l’isola pedonale con i possibili rischi di assembramento».

Le alternative. «Insisto nel ribadire che ora più che mai è necessario spendere tutte le risorse a disposizione, in particolare quelle risparmiate a seguito degli annullamenti degli eventi culturali/sportivi e della moratoria dei mutui, per aiutare la popolazione. Non solo consegnando i buoni spesa e le mascherine. Bisogna istituire nuovi servizi destinati ai più anziani e ai più piccoli. Bisogna manutenere gli spazi pubblici come parchi, giardini, marciapiedi e isole pedonali. Aspettare di agire solo in presenza di un finanziamento statale potrebbe essere tardi. I cittadini hanno ora bisogno di risposte.

Comprendo le difficoltà di garantire h24 una vigilanza in ogni parco cittadino. Tale problema, però, può essere superato in vari modi. Ad esempio, limitando l’apertura solo ai parchi principali. In particolare quelli concessi in gestione alle associazioni. Prevedere per questi parchi degli orari di apertura ridotti. Utilizzare la vigilanza privata per la gestione degli ingressi. Coinvolgere le cooperative che collaborano con le scuole e i centri estivi per iniziare a programmare una serie di attività per i più piccoli. Così facendo si verrebbe incontro alle esigenze dei genitori che lavorano. Allo stesso modo si può provare a coinvolgere anche le palestre cittadine, chiuse in questi giorni di quarantena, per verificare la loro disponibilità a utilizzare gli spazi verdi facendosi carico di parte dei costi di manutenzione e vigilanza per organizzare corsi di fitness, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza».

Un parco per ogni quartiere. «Per la spiaggia questo sforzo organizzativo è stato fatto, si è scelto di riaprire, confidando nella autodisciplina dei cittadini, studiando delle soluzioni per gestire gli ingressi, evitare gli assembramenti, garantire la vigilanza. Altrettanto andrebbe fatto per i parchi cittadini, almeno per garantire l’apertura di un parco per ogni quartiere per alcune ore del giorno.

Le mie sono solo alcune idee, ce ne possono essere mille altre, l’importante è discuterne, confrontarsi e il Consiglio Comunale è il luogo adatto per farlo, anche ora che le riunioni si tengono da remoto. In consiglio maggioranza e opposizione possono insieme trovare le soluzioni migliori per affrontare al meglio la Fase 2, serve solo convocarlo, non è difficile ce la possiamo fare anche noi come hanno fatto in questi giorni altre città della nostra provincia».

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