Ospedale, Castelli al Pd: «Sotto il cappotto termico una sanità in mutande»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Arriva ancora una dura presa di posizione – ieri avevamo raccolto le rimostranze del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”-, che colpisce in prima persona la vicepresidente della Giunta regionale, Anna Casini, poi il Partito Democratico regionale. A lanciare il “j’accuse” è l’ex sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli. Nelle sue dichiarazioni, diffuse con una nota, l’attuale candidato alla carica di consigliere regionale, in quota a “Fratelli d’Italia”, ha esposto come dietro all’adeguamento termico del nosocomio non vi sia un reale progetto di rilancio della struttura. Il politico senese prende in esame, tra i tanti punti elencati, i contratti offerti agli operatori. Troppo corti per essere scelti, troppo corti per attrarre i migliori profili.
«La vice Presidente della Giunta Regionale si pavoneggia con il “cappotto termico” con cui è stato avvolto l’ospedale di San Benedetto ma sanno tutti che sotto l’involucro verdeggiante si nasconde una nudità sempre più imbarazzante per il PD. Un esempio ? Da circa un mese (e in piena stagione estiva) a San Benedetto sono stati accorpati i reparti di chirurgia e di ortopedia del nosocomio rivierasco. La carenza di personale infermieristico sarebbe all’origine di una decisione devastante sul piano dell’offerta sanitaria visto che dei 50 posti letto preesistenti (32 + 18) ne residuerebbero solo 16 (8+8). Tutto questo nel periodo in cui nell’area del litorale si registra l’afflusso dei turisti. Si tratta, dicono, di una decisione temporanea ma la cosa che sconcerta è la ragione del mancato reclutamento degli infermieri.»
Castelli poi è entrato nel merito dei concorsi banditi dall’ente erogatore delle prestazioni sanitarie regionali.
«La nostra Area Vasta, infatti, continua a bandire avvisi per l’assunzione di infermieri per contratti di durata semestrale. Le altre aree vaste al contrario propongono contratti annuali ovviamente più appetibili. Morale: i giovani infermieri preferiscono una prospettiva di lavoro più lunga e optano per andare a lavorare ad Ancona, Macerata ecc. La conseguenza sono accorpamenti, riduzioni del servizio e, sembra, la cancellazione di interventi già programmati. Una situazione desolante ma chi può ha la possibilità di consolarsi con il cappotto della Casini. Senza parole.»
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