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Obiettivo salute piceno : “Regolamentare la gestione del privato nella sanità”
Il gruppo Obiettivo Salute Piceno AttivAmarche analizza la situazione del settore sanitario, criticando le scelte della giunta regionale
“Mentre negli ultimi anni di gestione regionale sanitaria si è assistito alla chiusura di ben 13 nosocomi, si calano dall’alto “sperimentazioni” che elargiscono sostanziose convenzioni a “nuovi” soggetti privati.Nel giro di 5 anni (dal 2014 al 2018) la spesa sanitaria convenzionata ai privati nelle marche è passata da 295,8 milioni di euro a 350,7 con un incremento del 18,6%. Nel frattempo però il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale è rimasto sostanzialmente invariato. Questo assurge ad una situazione in cui mentre da una parte si “pressano” letteralmente le Aree vaste per un rientro sul budget, tagliando fino al midollo ogni necessità, dal personale ai premi di produttività nonostante gli obiettivi raggiunti, dalla spesa per i trasporti a quella farmaceutica, dalle convenzioni già regolamentate e in essere fino a fare economia sui beni essenziali per portare avanti il lavoro nei reparti, dall’altro si elargiscono dal nulla nuove convenzioni: per dirne una, le sale operatorie di AV5 al Mazzoni che si apprende sembrerebbero aver ridotto il volume di attività del 30% per carenza di personale dedicato, ma questo poco importa a chi poi da Palazzo Raffaello dispensa “accordi” di giunta ai privati” dice una nota.
“Sono datate 28 ottobre 2019 le delibere di giunta e più precisamente la n.1330 e n.1331 che, con una premessa nelle motivazioni a nostro avviso del tutto manchevole di fondamento, assegnano a dei nuovi privati, inserendoli di fatto nella rete sanitaria pubblica, un pacchetto di convenzioni a dir poco “appetitoso” visto che parliamo di una cifra complessiva che sfiora i 5 milioni di euro per tre anni e, nel merito, per il triennio 2019-2021. A ben leggere le delibere però, quello che salta subito all’attenzione dei cittadini, non sono tanto le convenzioni stipulate con i soggetti privati finalizzate all’abbattimento delle liste di attesa dei residenti e alle prestazioni extraregionali nell’ambito di chirurgia diurna e ambulatoriale, ma una vocina scritta in fondo alle delibere che recita “sperimentazione per liste di garanzia” con un assegnatario più premiato degli altri lungo il territorio Piceno e Anconetano, nel merito Radiosalus, che ai vede aumentare vorticosamente la convenzione pubblica sanitaria. Infatti, il pacchetto di convenzione è passato da meno di 70 mila euro per il triennio 2019-2021, che già era in essere e quindi è solo stato rinnovato rispetto alle prestazioni di medicina sportiva, a ben 680 mila euro in più per le “liste di garanzia”. Andando a ritroso si scopre altresì che anche per il triennio precedente, pur essendo accreditato e convenzionato per le visite medico-sportive ha ricevuto una ulteriore forma di convenzione di 380 mila euro per altre prestazioni” prosegue la nota.
“Va da sé che la normativa nazionale, la quale invita ad una gestione delle liste d’attesa più a misura di cittadino, con abbattimento dei tempi, dovrebbe essere interpretata con maggior attenzione verso ciò che già esiste nel pubblico e nel convenzionato canonico potenziandoli ed arricchendoli di risorse su di un tessuto già ampiamente sperimentato in termini di qualità e servizi erogati, invece si creano dal nulla nuove sperimentazioni sulla base di sigle che entrano a piè pari nelle convenzioni regionali. Ci risulta per averne condiviso come comitati la battaglia, che la oramai famigerata proposta di legge regionale sulle sperimentazioni privatistiche sanitarie, la n. 145, non fosse stata deliberata, proprio in virtù dei cittadini stessi che si sono uniti lungo tutta la regione contro questa assurdità ma, visto quello che è accaduto con queste due ultime delibere, ciò che non doveva vedere la luce legislativamente, lo ha fatto in termini di affidamento diretto del pacchetto economico. Come comitati siamo fortemente preoccupati di questa gestione che continua a stringere il cappio all’esistente, che potrebbe tranquillamente essere potenziato e che invece viene strozzato nella morsa perenne del rientro di spesa, contro questo modus operandi che non ha fondamento alcuno in termini di utilità ai cittadini: Probabilmente l’utilità è altro e non salvaguarda in modo alcuno i pazienti. Non esiste nulla contro la gestione privata in sanità, ma senza una regolamentazione seria che metta una linea di confine tra pubblico, convenzionato esistente e privato, il sistema implode e gli effetti ricadono tutti sulle tasche e sulla salute del nostro territorio”
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