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No Triv: “Non basta lo scempio delle colline, ora anche la perdita di vite umane”
ASCOLI PICENO – La morte del giovane operaio nel cantiere di Villa Sant’Antonio riaccende la questione sul nuovo metanodotto che da Cellino (Teramo) arriva a Porto Sant’Elpidio. A farsi sentire è il comitato No Trivelle nel Piceno che, già nei mesi scorsi, si era opposto fermamente alla nuova costruzione.
“Oltre allo scempio delle nostre colline e la pericolosità per il nostro territorio, non pensavamo di piangere per la vita persa da un povero ragazzo della Sicilia – sostiene il comitato – che stava lavorando nel cantiere di Villa Sant’Antonio ad Ascoli. Evidentemente la fretta per i tempi ristretti nella realizzazione dell’opera ha allargato le maglie della sicurezza che è d’obbligo in lavori così pericolosi. Come se non bastasse a Borgo Miriam di Offida si è rischiata una catastrofe ben più grave quando, sempre in un cantiere della stessa opera, per un incidente è stata spezzata la tubatura del vecchio metanodotto che corre parallelo al nuovo tracciato, provocando una terribile fuoriuscita di gas che ha messo in pericolo tutti gli abitanti della frazione, evacuati per diverse ore dalle loro abitazioni. Fortunatamente, ma solo per mera fortuna, la fuoriuscita non ha innescato un incendio di proporzioni inimmaginabili, e pensare che il vecchio tubo è di gran lunga più piccolo di quello del nuovo che si sta realizzando. Tutto questo non basta? Quale altro prezzo devono ancora pagare le nostre comunità per soddisfare il fabbisogno di gas dell’Europa? Vale la pena di ricordare che questo nuovo metanodotto nulla ha a che fare con il fabbisogno del nostro territorio, è solo un’autostrada del gas al servizio del nord Europa che si prenderà tutti i benefici di tale opera e a noi rimarranno colline devastate e pericoli permanenti sotto i nostri piedi a causa della precaria conformazione geologica del nostro territorio. Adesso basta, fermiamo questo scempio e salvaguardiamo la nostra sicurezza”.