Nicoletti ad Ascoli News: "Il fallimento fu l'unica strada possibile. L'Ascoli di Mangia mi piace molto"

Sono passati due anni da quando il manager fiorentino Costantino Nicoletti fu nominato ufficialmente amministratore unico dell’Ascoli Calcio. Quest’oggi abbiamo intervistato Nicoletti in esclusiva, il quale ci ha raccontato l’avvicendamento con la vecchia proprietà, il fallimento della società e l’attuale momento della squadra bianconera, con alcuni passaggi davvero inediti.

Salve Costantino, partiamo dall’inizio. Quando ci fu il primo contatto con la vecchia società?

“In realtà collaboravo da tempo con la società, feci approdare ad Ascoli giocatori come Papa Waigo e Parfait. Nel luglio del 2013 mi contattò Roberto Benigni, ci vedemmo a Parma. C’erano anche Vito Miceli e Guido Manocchio”.

E cosa volevano da lei?

“Mi proposero di rilevare il club o entrare a farne parte. Inizialmente ero abbastanza convinto, poi Benigni decise di diventare la società satellite del Parma, allora declinai l’invito”.

Poi fu ricontattato a ottobre?

“Esattamente. Ricevetti una chiamata da Miceli, la proposta della proprietà era sempre la stessa. Questa volta però Benigni mi offriva carta bianca, quindi decisi di accettare”.

Qualsiasi persona che decide di acquistare una società prima visiona i libri contabili. Lei perché non lo ha fatto?

“Lo avrei fatto appena mi sarei insediato nel Cda. La voglia di diventare presidente dell’Ascoli prevalse sopra a qualsiasi altra cosa. Era una sfida che mi affascinava troppo. Sapevo indubbiamente che c’erano gravi problemi economici, ma la situazione che mi era stata prospettata non mi sembrava così irrimediabile”.

Quando ha iniziato a capire che l’avevano imbrogliata?

“Già il primo giorno che arrivai in sede capii la reale situazione parlando con i dipendenti. Poi incaricai due avvocati fiorentini di visionare i libri contabili e il quadro finanziario era disastroso”.

E che fece?

“L’unica strada percorribile era quella di far fallire la società e permettere a nuovi imprenditori di rilevare il club a pochi soldi. La famiglia Benigni mi propose la cessione di ramo d’azienda, ma io rifiutai. Per diversi giorni ricevetti continue chiamate dalla proprietà, alcune con toni non proprio coloriti. Io però andai dritto per la mia strada”.

Nel giorno della sua presentazione non fu accolto molto bene dalla tifoseria.

“Sì, è vero. I tifosi ascolani mi accolsero con molta diffidenza, alla fine invece mi salutarono con affetto. Ricordo bene il confronto con alcuni esponenti della tifoseria il giorno della presentazione. Lì capii molte cose”.

Qual è stato il momento più bello vissuto ad Ascoli?

“Due momenti ricordo con molto piacere: la prima partita in veste da presidente Viareggio-Ascoli e il saluto dei tifosi nel giorno dell’anniversario di Costantino Rozzi al Duomo”.

Che impressione le ha fatto il nuovo allenatore del Picchio, Devis Mangia?

“E’ un allenatore che mi è sempre piaciuto. Sono convinto che farà molto bene. La vittoria con il Perugia ci voleva proprio, ora bisogna dare continuità ai risultati. A mio avviso la squadra può benissimo raggiungere l’ottavo posto, posizione utile per accedere ai play off”.

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