Nelle scuole torna lo screening oculistico ‘Non perdiamoci di vista’ per prevenire precocemente la presenza del cheratocono

Prevenire precocemente la presenza del cheratocono: questo il fine del progetto di screening oculistico ‘Non perdiamoci di vista’ che, anche quest’anno, coinvolge le scuole grazie alla collaborazione tra i tre club Rotary della provincia (Ascoli, San Benedetto e San Benedetto nord) che ne detengono la paternità insieme a Luca Cesari, direttore dell’unità operativa complessa di oculistica dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, e l’Ufficio scolastico provinciale. Lo screening viene effettuato da 8 anni nelle scuole secondarie di primo grado della provincia picena, dove quest’anno sono stati già visitati 200 studenti delle terze classi, in quanto è proprio la fascia di età dei ragazzi che frequentano le medie quella più critica per questa patologia – che può causare una deformazione della cornea e una significativa riduzione della vista -, e dunque è su di loro che si può ancora intervenire in maniera precoce per una eventuale terapia.

“Come ho già avuto modo di evidenziare lo scorso anno quando si è svolta l’edizione passata del progetto – dice il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini -, oltre a trattarsi di un’iniziativa lodevole ai fini della prevenzione di una patologia oculistica nei ragazzi, rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati del territorio. Esempio di sinergia che si protrae nel tempo grazie a uno spirito di reciproca stima, ma anche per la condivisa consapevolezza che l’obiettivo da raggiungere, quello della prevenzione, è molto importante. Quest’anno, poi, sono particolarmente contenta della collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, la cui presenza nel progetto rappresenta sicuramente un valore aggiunto per raggiungere un numero maggiore di studenti”.

“Con grande entusiasmo – continua il presidente del Rotary di San Benedetto, Stefano De Gregoriis – riprendiamo il progetto sulla prevenzione del cheratocono, un’iniziativa che i tre Rotary club di San Benedetto e Ascoli portano avanti ormai da diversi anni. Questo progetto, nato con l’obiettivo di sensibilizzare e tutelare la salute visiva dei giovani, rappresenta uno dei pilastri del nostro impegno al servizio della comunità.
La partnership con l’Ufficio scolastico provinciale e l’Ast di Ascoli rafforza la portata e l’efficacia della nostra azione, permettendoci di raggiungere un numero ancora maggiore di giovani e famiglie nella provincia. La prevenzione del cheratocono è un tema fondamentale, poiché una diagnosi precoce può fare la differenza nel migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto. Questo progetto, oltre a offrire visite gratuite e momenti di informazione nelle scuole, ci consente di promuovere una cultura della prevenzione sanitaria, che riteniamo essenziale”.

IL PROGETTO ‘NON PERDIAMOCI DI VISTA’

Il progetto è nato nel 2016, anno a partire dal quale (tranne una pausa di due anni a causa della pandemia) è stato portato avanti in maniera sinergica, negli istituti scolastici, dai tre club Rotary, sotto la visione del direttore del reparto di oculistica dell’Ast di Ascoli, Luca Cesari. Proprio da quest’ultimo è nata l’intuizione di promuovere questo tipo di screening in quanto la percentuale delle persone affette da cheratocono, in alcune zone della provincia, risulta superiore alla media nazionale. Dal 2016 a oggi sono stati visitati 6.090 studenti, di cui 60 ricontrollati e, di questi, 8 sono stati presi in carico per la presenza della patologia. Attraverso un topografo corneale che viene portato nelle scuole, in accordo con i dirigenti scolastici, alcuni ortottisti eseguono il controllo agli studenti, previo, naturalmente, il consenso informato rilasciato dai genitori. “I risultati delle analisi – spiega il dottor Cesari – verranno inviati in busta chiusa ai genitori degli studenti. Le famiglie, nel caso in cui il proprio figlio dovesse presentare sintomi sospetti della malattia, verranno contattate e invitate a sottoporre il ragazzo o la ragazza a una visita di controllo in ospedale. Qualora, poi, dovessimo diagnosticare la presenza del cheratocono, possiamo intervenire con trattamenti che possono bloccarlo evitando che la patologia prosegua nel corso della vita del paziente”.

 

Il cheratocono è una malattia degenerativa non infiammatoria della cornea che può portare a un astigmatismo miopico irregolare. E’ una condizione progressiva che può evolvere velocemente, o svilupparsi lentamente negli anni. E’ una patologia rara con una incidenza di un caso su 10.000 abitanti circa e non sembra esistere una prevalenza a carico di uno dei due sessi. La causa a tutt’oggi rimane poco chiara, ma il fatto che sia spesso presente in più membri della stessa famiglia lascia pensare a un forte ruolo degli aspetti genetici, anche se non sono stati identificati i geni responsabili. E’ molto raro nell’infanzia, si manifesta in genere in pubertà, tra i 12 e 15 anni di età. La forma è spesso evolutiva fino ai 25-30 anni e tende a stabilizzarsi dopo i 35-40 anni.

I principali sintomi che il paziente riferisce in una fase iniziale possono essere simili a quelli di una semplice miopia: compare una sfocatura della visione specialmente guardando lontano. Successivamente la qualità dell’immagine peggiora e compare la percezione di una ‘sbavatura’ delle immagini, o di una distorsione delle stesse, soprattutto la notte. Alcune volte è presente fotofobia (intolleranza alla luce). Lo strumento per la diagnosi più diffuso, utilizzato dall’oculista, è il topografo corneale che è capace di analizzare la forma della cornea. La diagnosi non è invasiva. Esistono diversi stadi del cheratocono e il trattamento varia a seconda del livello della malattia. In quello iniziale gli occhiali possono correggere il difetto, ma quando l’astigmatismo irregolare non è più correggibile in modo adeguato con l’occhiale, è necessario passare all’applicazione della lente a contatto. Quando quest’ultima non è più in grado di correggere, in caso di scarsa tolleranza o di variazioni dello stadio evolutivo dell’ectasia, è necessario ricorrere alla soluzione parachirurgica e, negli stadi più avanzati, al trapianto di cornea.

 

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