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Mozione per i pescatori sequestrati, risponde il diplomatico Cardi: «Liberazione è priorità assoluta»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Comune di San Benedetto aveva approvato ad ottobre una mozione. In questo atto si impegnava ad esprimere piena solidarietà alle famiglie dei diciotto pescatori sequestrati dalle forze libiche. Si esprimeva, altresì, condannando ufficialmente e pubblicamente il gesto, con le forme ritenute più opportune. Lo stesso ente manifestava l’intenzione di sollecitare un intervento immediato del Governo e delle Istituzioni nazionali per ottenere, quanto prima, il rilascio dei nostri connazionali. Ad inizio mese, il primo dicembre, giungeva la risposta di Sebastiano Cardi, Ambasciatore della Missione Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York. Nella missiva recapitata – che sarà trascritta nell’articolo – è sancita l’assoluta priorità da parte della Farnesina e del Governo tutto circa la liberazione dei pescatori sequestrati.
La ricostruzione dei fatti ed il contenuto della mozione del Comune sambenedettese
Il primo settembre due pescherecci, battenti bandiera italiana e provenienti da Mazara del Vallo, finirono per essere intercettati dalla marina militare libica del Generale Haftar. A bordo vi erano sedici pescatori (la metà di loro con cittadinanza italiana) che furono sequestrati dalle forze libiche. Anche il Primo Ufficiale ed il Comandante di altre due imbarcazioni, riuscite a fuggire, ebbero la stessa sorte. Quest’azione, compiuta dal sedicente governatore Haftar, lede il diritto internazionale, in special modo i diritti inviolabili dell’uomo. La stampa nazionale ha riferito che il comandante avrebbe richiesto il rilascio di quattro scafisti. Costoro si sarebbero resi colpevoli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio plurimo. L’ultimo capo d’accusa li vede ritenuti colpevoli della morte di 49 immigrati, soffocati in una stiva.
Le motivazioni alla base della mozione Del Zompo
Non giungendo notizie, tantomeno traguardi raggiunti, anche nei confronti dei familiari dei pescatori; lo stesso Comune lamentava «un incredibile quanto disonorevole silenzio mediatico e istituzionale» su tale vicenda. La stessa Giunta riteneva la questione grave, poichè i marittimi erano segregati «nel carcere di Bengasi senza alcuna giustificazione dal punto di vista giuridico». Questo «stallo» è stato il fattore dirompente per l’approvazione della mozione comunale proposta in consiglio da Emidio Del Zompo (Lega); finendo per esser percepito dall’amministrazione comunale come «un risultato fallimentare del Governo in tema di politica estera».
La risposta di Cardi
«Caro Sindaco,
la Sua lettera – scrive il diplomatico – e la mozione approvata dal Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto sulla quale essa si fonda sono segni importanti della solidarietà espressa dalla Comunità che Lei rappresenta alle famiglie dei marittimi in stato di fermo in Libia, così come degli altri 9 pescatori nella stessa condizione.
Il ritorno in Italia degli 8 connazionali e un doppio cittadino italo-tunisino è una priorità assoluta per il Ministro degli Affari Esteri Di Maio e per il Governo tutto. Il Ministero degli Esteri, infatti, lavora costantemente e in stretto raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, mantenendo opportunamente il basso profilo che casi del genere richiedono.
La delicatezza del contesto nel quale la vicenda si inquadra – il fermo dei marittimi è avvenuto ad opera di Autorità libiche che non sono riconosciute come legittime né dal Governo italiano, né dalla Comunità internazionale – rammenta peraltro la necessità di perseguire una stabilizzazione duratura della Libia. A tale riguardo, l’Italia assicura il suo pieno sostegno al Processo di Berlino a guida ONU in vista di una soluzione politica complessiva per il Paese.
Come rappresentato nella Sua cortese lettera, in questa fase occorre stringersi attorno ai connazionali trattenuti in Libia e ai loro familiari. Il Ministro Di Maio ha così ricevuto alcuni di questi ultimi alla Farnesina il 22 e 25 settembre scorsi, incontrandone nuovamente una rappresentanza il 29 settembre a Palazzo Chigi, insieme al Presidente Conte. Nella notte tra l’11 e il 12 novembre scorso, inoltre, alcuni familiari dei marittimi sono stati messi in comunicazione con i loro cari fermati in Libia, grazie a un collegamento telefonico assicurato dall’Unità di Crisi della Farnesina, al termine del quale hanno avuto un altro colloquio con il Ministro Di Maio.
AssicurandoLe, in conclusione, il costante e prioritario impegno dell’Amministrazione degli Esteri per il buon esito della vicenda, Le porgo i miei più distinti saluti».
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