“Marina l’ultima diva”, i ricordi dello stilista Vittorio Camaiani
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Marina l’ultima diva”. Così la ricorda lo stilista sambenedettese Vittorio Camaiani, apparso al suo fianco negli ultimi eventi mondani di Venezia e della Capitale. Marina Ripa di Meana, deceduta a Roma il 5 gennaio 2018, ha ispirato la collezione di Camaiani ”Contrariamente” e tanti cappelli dalle forge più strane. Era diventato il suo stilista preferito e non mancava di presenziare alle sue sfilate. E’ apparso al braccio di Marina Ripa di Meana nelle sue ultime occasioni mondane, tanto sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia che alla Festa del Cinema di Roma. Ora lo stilista sambenedettese Camaiani piange la musa ispiratrice di alcune sue collezioni e l’amica inseparabile di tanti eventi culturali e di moda della Capitale ed anche di escursioni enogastronomiche in Riviera. Si sono conosciuti grazie ad un cappello molto eccentrico, creato dallo stilista alcuni anni fa, finito inevitabilmente a far parte della sua stravagante collezione di cappelli. Lo stilista Camaiani la ricorda in un toccante ritratto come “l’ultima diva”.
Come vi siete conosciuti?
“Tutto è cominciato con un cappello a spirale – racconta Camaiani – della mia collezione dedicata ad Escher, che Marina ha voluto subito. Effettivamente sembrava fatto per lei. Quello stesso cappello, forse per amore della nostra straordinaria amicizia, lo ha utilizzato come centro tavola nella sua casa il giorno di Natale”.
Quanti cappelli ha realizzato per lei?
“Tanti, com’è noto adorava i cappelli, era l’unica donna che ho conosciuto che potesse indossare in testa qualsiasi cosa. Su lei tutto diveniva bello, perché Marina possedeva quell’ironia e quello charme delle vere dive. Il cappello era il suo scudo, la sua cornice, il suo modo di mandare messaggi al mondo. Ricordo il cappello-libro della collezione dedicata a Leopardi e D’Annunzio. Mi disse “Lo metterò alla presentazione del mio ultimo libro”. E tanti altri, il cappello goccia della collezione Magritte, il cappello a forma di occhio ribattezzato “Il terzo occhio di Marina”, studiato insieme per un red carpet a Venezia. Il cappello rosa Tri-Fez, dedicato alla mia collezione Marrakech, che è stato criticato. Ma lei, come sempre ironica, diceva: “Vittorio lo hanno scambiato per una torta ma che ci importa, abbiamo bucato su molti giornali”. E poi l’ultimo, la piuma circolare, che le incorniciava il viso, sempre bello, sempre raggiante. Era il suo ultimo red carpet a Roma. Prima di sfilare era un po’ strana, titubante. Poi via, entrava in scena i flash. Marina, Marina, Marina e lei sempre divina”.
E’ stata scelta come testimonial di una collezione, per quale ragione?
“ContrariaMente, il titolo della collezione, la rappresentava tutta. Marina l’ha vissuta con me, mi ha ispirato, sostenuto. E’ la collezione in cui negli abiti ho rovesciato, nel vero senso della parola, tutto ciò che comunemente viaggia in altro senso e per questo lei l’ha amata tanto. Si vedeva rappresentata, si è sentita, e lo era, la musa di quel racconto, in fondo Marina è e rimarrà l’artista che ispirando tanti di noi ne è diventata l’opera d’arte stessa”.
E’ stato il suo cavaliere negli ultimi eventi mondani, cosa vi univa di più?
“Ci univa l’amore per il bello, in tutte le sue forme, dall’arte alla moda e mi travolgeva il suo entusiasmo per la vita. Marina viveva sempre nel presente, aveva sempre una parola per tutti, senza mai pensare al proprio interesse e convenienza. Era istintiva, metteva la sua faccia anche dove poteva sporcarsi, ma con un fine sempre buono. Spesso andavo con lei alle presentazioni, ai cocktail, alle feste, ma in realtà ci univano di più le cene intime, in cui si parlava di tutto, in cui ci si confrontava davvero, lontani dai riflettori. Ricordo che la prima volta che mi chiese di accompagnarla a un red carpet, mi sentii un po’ a disagio. Pensai subito a Carlo (Ripa di Meana, ndr) e mi sembrava scortese “sostituirlo”, ma poi un attimo prima di uscire insieme da casa sua, Carlo disse sorridendo “Sei bellissima Marina, siete bellissimi”. Allora ho capito che aveva apprezzato il fatto che la sua Marina fosse accompagnata da me”.
Quali progetti avevate?
“Tanti, tante cose da realizzare e oggi penso a quella sua frase, l’ultima volta che l’ho vista: “Facciamo ancora quella collezione insieme…”. Il nome della capsule che abbiamo ideato insieme doveva essere “Noi”, ma ho pensato che quando la realizzerò la chiamerò “Marina”. Quando poi se ne parlava mentre stava provando l’ultimo abito viola e rosso che ho realizzato per lei, e che indossava il 25 dicembre al pranzo di Natale con la sua famiglia, mi ha detto “Fallo! Chiamala Marina, anzi no StraRipa!”. Io e mia moglie Daniela abbiamo riso con lei. Sì, Marina era questo: semplice e tanta allo stesso tempo”.
Come preferisce ricordarla?
“Quando stavamo provando l’abito per il red carpet del Festival del Cinema di Roma, che sarebbe stato l’ultimo, mia moglie Daniela le disse: “Marina, sei l’ultima diva”. Lei indossava un mio abito décolleté nero con intarsi in satin, ricami e copri spalle in piume, una ironica parrucca bianca e un cerchietto con lunga piuma che incorniciava il suo splendido volto. Rivolta a suo marito Carlo commentò: “Hai sentito? Daniela ha detto che sono l’ultima diva!”. Marina era così, capace di stupirsi di se stessa, di emozionarsi, sempre. Marina ti prendeva sotto braccio e ti guardava con quei suoi occhi bellissimi. Marina non giudicava, viveva e lasciava vivere. Sempre sotto le luci dei riflettori, ma anche vicino alla sofferenza, che la toccava da vicino. Lei correva e viveva, viveva e inventava, nuove idee, nuovi progetti. La vita l’ha vissuta tutta, intensamente, quasi a perdifiato. Le sarò sempre grato per avermi donato il suo tempo con gioia, con la voglia di fare cose belle insieme. Le sarò sempre grato per essere stata mia musa e compagna di avventure in quella moda che amava e che la divertiva. Vorrei dire molto altro ma oggi voglio ricordarla così, con l’emozione del momento, come se fosse venuta qui al mio fianco mentre scrivo l’ultimo biglietto per lei. Ciao Marina, Marina sempre Marina”.
di Tiziana Capocasa – e mail: tizianacapocasa@alice.it