Mamma disabile, bambina strappata alla famiglia

ASCOLI PICENO –  “Una bambina neonata strappata dalle braccia della sua mamma e del suo papà per la condizione di ‘menomazione mentale della mamma e l’inadeguatezza del padre’. E’ accaduto ad Ascoli qualche settimana fa e ora si preannuncia una battaglia legale. A spiegare la situazione è il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani

Sembrerebbe che nonostante la dottoressa dell’Asur incaricata dal Tribunale abbia dichiarato che “sarebbe auspicabile l’inserimento della diade in una comunità madre-figlia nel solo interesse della minore di esercitare il diritto alla propria famiglia e di essere accudita, con il sostegno specialistico, dalla propria madre, evitando così di diventare un orfano socialesi crede opportuno, in sintesi, restituire a S. il tempo da trascorrere con la madre… così da osservare [la relazione madre bambina], essendo ingenuo sperare di indovinarlo a priori”; la bambina di pochi mesi è tuttora trattenuta lontano dalla madre con grave pregiudizio per la sua salute psicofisica.

“La mamma è invalida al 100% con diagnosi di ritardo mentale grave-moderato con QI <45 – dice il Comitato –  Ciononostante ha conseguito la licenza di terza media e lavorava come aiuto cuoca in una casa di riposo per 4 ore lavorative al giorno percependo circa 400,00 euro al mese: metà versati direttamente a lei e gli altri 200,00 sul suo libretto gestito dall’amministratore di sostegno. Nell’ottobre 2010 conosce il padre della bambina. Anche lui ha avuto dei trascorsi in psichiatria ma si è ristabilito, sebbene secondo lo psicologo abbia un deficit di aderenza alla realtà. Decidono di mettersi insieme e lei lascia il lavoro e si trasferisce a casa del compagno, di proprietà del nonno paterno”.

“Come riferito dalla dottoressa incaricata dal Tribunale, le condizioni della ragazza migliorano grazie all’amore del compagno. Il padre non ha un lavoro stabile, ma ha una casa e può contare sull’aiuto del nonno che è un rispettato dipendente comunale. Decidono di farsi una famiglia e di mettere al mondo un bambino fortemente voluto da entrambi.”

“Arriva un decreto di allontanamento basato sulle relazioni dei servizi sociali di inadeguatezza dei genitori e dei parenti (mamma, papà, zio e nonno materno). Il nonno paterno (un apprezzato dipendente comunale) – continua il Comitato – non viene preso in considerazione nelle valutazioni dei servizi”.

Secondo l’avvocato della famiglia, Felice Franchi: “Queste decisioni del Tribunale arrecano grave pregiudizio alla minore. È corretto precisare che fin dal primo provvedimento del Tribunale per i minorenni del 10.11.2016 si sollecitava l’individuazione di una famiglia affidataria. In buona sostanza, da subito, e senza alcun accertamento strumentale (Test o Consulenza Tecnica) sembrerebbe che il Tribunale avesse ritenuto di individuare altri genitori per la piccola S.”

“Attualmente il diritto della bambina a stare in famiglia, viene negato da parte delle stesse autorità che dovrebbero proteggerla, con rischi per la sua salute psicofisica.”, sostiene Paolo Roat Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus. “Il rapporto madre-figlio è importantissimo, soprattutto nelle prime fasi della vita. Il danno provocato a questa bambina è incalcolabile, ma ogni minuto che passa questo danno si aggrava. La bambina deve tornare subito dalla mamma. Leggendo le storie di bambini adottati e abbandonati che cercano le famiglie di origine conosciamo bene l’importanza degli affetti famigliari. Solo certi psichiatri eugenetici e i loro seguaci credono nella purezza della razza e nella necessità di porre fine alle «vite indegne di essere vissute» come quelle dei disabili mentali. Sembra che l’olocausto nazista non ci abbia insegnato nulla. Chiediamo una levata di scudi da parte di tutta la Società Civile. Abbiamo lanciato una petizione al Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, e all’Assessore alle Persone, Ferretti Donatella, affinché si attivino per tutelare la loro cittadina minorenne e perché i funzionari comunali e i professionisti sanitari che hanno sostenuto queste teorie abominevoli e discriminanti vengano sanzionati.”

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