Macerie sisma, il Tar respinge la sospensiva: la Dimensione Scavi ferma l’impianto
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Tar delle Marche ha respinto la sospensiva cautelare della Dimensione Scavi. Ed ha fissato per l’ulteriore trattazione dell’istanza cautelare, la camera di consiglio del 13 giugno prossimo. Con il ricorso si chiedeva la sospensiva e l’annullamento di tre determine firmate dal dirigente del settore Tutela e valorizzazione ambientale della Provincia di Ascoli Piceno, con le quali si era arrivati a stoppare la licenza alla Dimensioone Scavi per trattare le macerie del terremoto. Pertanto, al momento resta valida la determina della Provincia con cui è stata sospesa la licenza alla Dimensione Scavi.
Oggi pomeriggio, non appena pervenuta l’ordinanza, la ditta ha fermato l’ingresso delle macerie e ha spento l’impianto di frantumazione. Nei prossimi giorni chiederà la verifica del ripristino dei quantitativi e delle altezze previsti dalle prescrizioni nel decreto regionale per potere poi riprendere al più presto le attività.
“Il Tar ha respinto, allo stato, la nostra istanza – commenta l’avvocato Gabriella Ceneri – ed ha fissato un’altra udienza, sempre in fase cautelare, alla data del 13 giugno 2018, per “valutare gli sviluppi della vicenda al fine di una eventuale nuova decisione sull’istanza cautelare”.
Spiega il legale difensore della Dimensione Scavi: “La decisione nella fase cautelare riguarda la mera valutazione degli interessi in gioco ed il Tar ha scelto di “attribuire prevalenza alla salvaguardia dell’ambiente”, in considerazione di quanto disposto dall’Arpam Ascoli con il verbale del 30 novembre 2017, peraltro da noi impugnato perché carente al riguardo dell’asseverazione tecnica. Tra l’altro, secondo il tenore dell’ordinanza, non risulterebbe nemmeno essere stato preso in considerazione il tema ambientale in relazione a successivi analisi e accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno sulle macerie e sul materiale End of Waste , effettuati dall’ARPAM Pesaro nel mese di dicembre – gennaio scorsi, che hanno escluso la presenza di amianto, come documentato.
E’ pendente anche una nostra richiesta di chiarimenti all’Arpam sulle prescrizioni applicate al materiale End of Waste, che secondo il codice dell’ambiente, art. 184 ter ultimo comma , è escluso dalla normativa sui rifiuti”.
Insiste l’avvocato Ceneri: “Il Collegio ha tenuto conto dello stato attuale dei cumuli all’interno dell’impianto, secondo le foto che abbiamo allegato e le dichiarazioni rese da me in merito. In effetti vi è un solo cumulo che supera ancora il limite dei tre metri e quindi l’obiettivo del ripristino delle quantità stoccabili e dell’altezza dei cumuli, secondo le prescrizioni del Decreto Regionale, è ormai prossimo. Il Tar afferma che una volta ripristinati i parametri delle prescrizioni del Decreto regionale, la ditta potrà chiedere la revoca della sospensione e che la Provincia dovrà provvedere con sollecitudine”.
Conclude l’avvocato Ceneri: “In nessuna parte dell’ordinanza si parla di pericolo per la salute e per l’ambiente. Io e l’avv. Lori stiamo valutando insieme alla ditta le ulteriori difese da mettere in campo”.
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