M5S, Laura Agea: “Ma quale rimborsopoli? Sono donazioni volontarie”
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Agea, nel tour elettorale a sostegno dei candidati ha fatto tappa nella Biblioteca Lesca di San Benedetto. Prima che iniziasse l’incontro con i simpatizzanti le abbiamo chiesto il suo parere sui mancati o finti versamenti di alcuni candidati o parlamentari (che non la riguardano direttamente). “Per prima cosa il Movimento guarda alla fedina penale pulita: tutti i candidati e gli eletti ce l’hanno immacolata”. Come definite la questione? “E’ necessario – insiste l’europarlamentare – fare chiarezza: non siamo di fronte a una rimborsopoli perché non si tratta di rimborsi, bensì di donazioni volontarie di una parte delle indennità, da devolvere al fondo del Mise per la piccola e media impresa. Se ci sono state persone che hanno dichiarato cose non vere rispondono personalmente: infatti sono state messe fuori dal M5S”.
“Anche noi parlamentari europei – dice ancora – devolviamo al Mise una quota dello stipendio. Per quanto mi riguarda, sono in regola con le rate e ho autorizzato il candidato premier Luigi Di Maio a verificare”.
Conclude Laura Agea: “Si tratta di persone che hanno commesso errori personali, non hanno rubato: non accettiamo lezioni dalla vecchia politica che ha messo in ginocchio l’Italia. E poi ci attaccano quelli che con i soldi degli italiani hanno salvato una banca privata. Accetteremo le critiche dai politici che rinunceranno a una parte dei rimborsi per destinarli alle Pmi. Gli eletti del Movimento 5 Stelle in cinque anni hanno devoluto 23milioni di euro. E nessuno ne parla”.
All’incontro con i simpatizzanti pentastellati c’erano il candidato al Senato Giorgio Fede e il consigliere regionale Peppino Giorgini. “Si tratta di persone che hanno commesso errori, come capita prima o poi nella vita”, chiosa Giorgini. “Dovrebbero però riconoscere lo sbaglio e rimediare, come ha fatto Andrea Cecconi candidato nel pesarese. Ci sono politici indagati per truffa – il sunto finale – e non ci si indigna, qui nessuno ha rubato: non è una questione politica, ma etica”.