SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La storia si ripete. Anche domenica 7 giugno – dalle 9 alle 19 – la corsia est del lungomare sarà chiusa ad auto e moto. La chiusura riguarda il tratto compreso tra l’area ex camping e il ponte dell’Albula.
Domenica una grande isola pedonale sarà a disposizione dei sambenedettesi. Ciclisti, riders e pedoni nel rispetto delle distanze di sicurezza anti contagio. Le auto in sosta dovranno essere spostate solo con l’assistenza della Polizia Municipale. Cosí fanno sapere da Palazzo De Gasperi. Ma in città serpeggia il malumore.
Sono tutti d’accordo con la pedonalizzazione del lungomare di Piunti? Non tutti, come Marco Calvaresi, noto imprenditore che gestisce in quel tratto un rinomato ristorante.
Favorevole o contrario? “Non si tratta di non essere favorevole alla pedonalizzazione. Perché quella giova sempre. Si tratta invece di considerare il forte impatto negativo al livello economico e occupazionale che crea questa chiusura sconsiderata. E priva di soluzioni calibrate e alternative”.
Come impatta sulla città e sulla passeggiata della domenica? “In modo sicuramente negativo per noi imprenditori del lato nord. Perché occorre creare delle alternative. Chiudere mezzo lungomare non è la soluzione ideale. Consideriamo che in questo tratto insistono molte attività che lavorano con i turisti che vengono da fuori. E che si ritrovano sperduti. Questa mancanza di organizzazione comporta molte criticità. E con il tratto chiuso tutti transitano sul lungomare e nessuno usa più la pista ciclabile. Una chiusura senza senso che penalizza i parcheggi e non prevede una viabilità alternativa”.
Continua Calvaresi “A Riccione i privati hanno realizzato dei parcheggi sotterranei. Sono state tolte le auto dalla strada e sono stati resi gli hotel indipendenti per i parcheggi. Ed è stata fatta una bella pista ciclabile”.
La riflessione dell’imprenditore: “Non ci manca niente qui. Come imprenditori non siamo secondi a nessuno. Ma il problema è creare i presupposti perché un imprenditore possa investire. E con la situazione drammatica che stiamo vivendo, in cui non ci aiuta neanche il tempo e le spiagge sono vuote, diventa difficile per tutti”.
L’appello di Calvaresi “Non chiediamo aiuti, ma che ci facciano lavorare. Se non ci fanno lavorare non viene favorito il turismo e si penalizza l’economia cittadina. Si vuole chiudere il lungomare? Occorre prevedere delle viabilità alternative. Mancano i presupposti per lavorare: anche il discorso occupazionale ne risente già”.
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