Luminarie da 76mila euro, Marini: «Imprese e famiglie stanno a guardare»

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Per le luminarie, il comune ha deciso di investire 76mila euro. Secondo il segretario dem Alessandro Marini si sarebbe potuto investire le stesse risorse per aiutare famiglie ed imprese in difficoltà.

L’allestimento verrà inaugurato, a detta del comune, il 5 dicembre e rimarrà in centro fino al termine delle festività. Tante le attrattive annullate, dalla pista di pattinaggio su ghiaccio ai mercatini in Viale Buozzi, alle scenette ambulanti.

«Per dare una atmosfera calda alla città si è cercato di abbracciare con luci e colori il territorio – dice l’assessore alle attività produttive Filippo Olivieri – siamo stati prudenti affinché anche le misure a favore dei commercianti possano essere prese in considerazione: in questi giorni, assieme all’assessore Andrea Traini, sto studiando dove e come intervenire senza tralasciare gli ambiti del sociale e della cultura. Il sindaco Piunti, in primis, si sta adoperando per rendere possibile tutto ciò».

La minoranza però attacca. «Si allestisce un paese di lucette mentre fuori c’è la morte – dice Alessandro Marini, segretario Pd circolo nord – Occorre parafrasare Boris, che per i pochissimi che non lo sapessero è una serie cult italiana, per descrivere al meglio cosa stia accadendo a San Benedetto nel leggere le parole del sindaco che conferma di voler spendere ben 76mila euro per le luminarie quest’anno.

Non sarebbe stato meglio investire quelle risorse per aiutare le famiglie in difficolta, i cittadini e le attività commerciali che devono fronteggiare il quarto aumento TARI in quattro anni a fronte di un servizio sempre più carente o per dare un contributo per effettuare tamponi e test a chi non possa permetterselo? E butto giù solo i tre primi interventi che sicuramente sarebbero più adeguati per utilizzare una tale somma di denaro pubblico.

Nel giro di qualche giorno la cifra da investire è aumentata di continuo e perfino gli stessi esponenti di partito del prode sindaco hanno chiesto di allocare quelle risorse altrove sostenendo le attività commerciali in difficolta come accaduto ad Ascoli, ad esempio, prendendo a modello una città di certo non governata da una giunta leninista.

Durante la prima ondata, tantissime furono le famiglie lasciate fuori dalla consegna dei buoni pasto per mancanza di fondi e oggi si preferisce investire decine di migliaia di euro in lucine colorate e alberi, con l’aggravante che se davvero le cose dovessero peggiorare a fruirne sarebbero solamente coloro che portano a spasso il cane la sera o chi rientra dal lavoro. Forse in viale De Gasperi non se ne sono accorti, ma ieri le Marche, e quindi San Benedetto, sono entrate in zona arancione, con gravi ripercussioni che si abbatteranno su famiglie e imprese, già messe in ginocchio e faticosamente risollevatesi in questa strana estate 2020.

Davvero, quando ho letto la notizia pensavo di essermi imbattuto in uno dei meme di Gta Sun Beach, ma la realtà sta superando di gran lunga la fantasia: non servono lustrini, lucine e paillettes adesso, ma interventi, seppur piccoli vista la scarsa disponibilità economica dell’ente, che siano volti ad alleggerire la pressione fiscale e a garantire a tutte le famiglie sambenedettesi di poter mettere qualcosa sulla propria tavola».

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