Lucciarini contro Castelli: “Business dei rifiuti e complesso di inferiorità”
OFFIDA – “Sentire Castelli accusare di cinismo un altro Sindaco competente e attenta come Sara Moreschini che si è posto come obiettivo quello di difendere il proprio territorio e una struttura sociale strategica per gli ambiti di riferimento, e mentre lui lo fa, tra l’altro con argomentazioni assolutamente improprie, continua nella strumentalizzazione politica di fatti su cui sono state spesi ettolitri di inchiostro, è perlomeno curioso“. Così in una nota il sindaco di Offida Valerio Lucciarini.
“Per chi conosce Castelli, come noi, la reazione ovvia è di imbarazzata ilarità. La questione Relluce per Castelli è la stella cometa, l’oro, l’incenso e la mirra dei Re Magi e per tentare di rendersi credibile continua nella faticosa opera di presa di distanze dalle sue origini. Arriva addirittura a predisporre atti, sottraendo una struttura per persone in difficoltà, facendo del tutto per difendere la sua mission del business dei rifiuti. Anche di fronte agli errori, noi ci sappiamo prendere le nostre responsabilità senza scappare; facendo i conti con le nostre mancanze. Castelli non ce la fa; non ci è mai riuscito neanche quando da ragazzo maturo, con coscienza, si concedeva continuamente ai “valori” del Ventennio. E comprendiamo anche la difficoltà politica di Castelli di fronte alla pioggia di milioni di euro pervenuti dalla Regione Marche della Vice Presidente ascolana Anna Casini per le opere pubbliche del Piceno e, soprattutto, del capoluogo provinciale. Per chi si pone sempre dalla parte alternativa, in malafede a prescindere, e stigmatizzando ogni passaggio dell’avversario, anche laddove ci si trova di fronte ad operazioni di virtuosa opera amministrativa, diventa complicato poi riconoscere la giusta valorizzazione anche davanti ai risultati per la propria Città. Purtroppo, il complesso di inferiorità di cittadinanza che condiziona Castelli rispetto al fatto di sentirsi Papa Straniero nella meravigliosa Ascoli, lo fa sempre uscire con fare maldestro al cospetto pubblico. Ma non c’è niente da fare: qualunque sforzo produca non riuscirà mai a misurarsi con l’ascolanità di origine controllata e garantita come, per esempio, quella appartenente ai suoi predecessori”.