Legumi, la comunita’ di Favalanciata fa rete a Slow Beans

La Comunità Slow Food di Favalanciata per la valorizzazione delle Fave protagonista a Slow Beans 2023. Lo scorso weekend, a Capannori in provincia di Lucca, si è tenuta la manifestazione che ogni anno riunisce i produttori e promotori di legumi dell’omonima rete di Slow Food. I referenti di Favalanciata, insieme a quelli di oltre 30 delegazioni italiane ed estere, hanno vissuto momenti di incontro, spazi educativi e degustazioni, intorno alla consueta esposizione a tema.
Il 28 e 29 ottobre a Capannori (Lu) si è tenuto l’annuale meeting della Comunità leguminosa di Slow Food. Con esso anche la mostra mercato con oltre 30 realtà presenti tra Presidi Slow Food e iscritti nell’Arca del Gusto provenienti da ogni angolo d’Italia e dal resto d’Europa. Tutti uniti per affrontare le sfide globali del futuro. Dalla Lettonia alla Germania, dall’Albania alla Bulgaria e da tutta Italia, i referenti hanno promosso le proprie biodiversità. Oltre alle fave di Favalanciata erano presenti tra i tanti: la Cicerchia di Serra De’ Conti, la Piattella Canavesana, il Fagiolo Gialèt, il Fagiolo di San Quirino, la Lenticchia di Rascino, il Fagiolo di Controne, la Lenticchia Nera delle Colline Ennesi, la Comunità dei Legumi di Zollino, fino ai padroni di casa del Fagiolo rosso di Lucca.
“Abbiamo condiviso i nostri sapori e le nostre tradizioni tra tante realtà nel mondo dei legumi italiani e internazionali. Lo abbiamo fatto davanti a un pubblico di appassionati della tematica. Dalla Toscana torniamo con un aggiornato bagaglio culturale, sempre più convinti che quella intrapresa, è la strada giusta verso un futuro agibile nelle nostre terre” le parole di Matteo Mattei portavoce della Comunità di Favalanciata.
Durante la manifestazione si è tenuta anche la presentazione di “Plant the future. Rispetta gli animali, proteggi il pianeta”, i risultati del confronto della rete internazionale di Slow Food sulla transizione verso una dieta equilibrata che favorisca l’agroecologia, a cura di Ottavia Pieretto, Program Officer di Slow Food. Altro importante momento quello con “Let it Bean” incontro delle Municipalità e Anci Toscana sul progetto Let it Bean (promozione dei legumi sui territori) in presenza con le amministrazioni coinvolte.
I legumi, considerati durante i decenni del boom economico come “cibo dei poveri”, sono ora riconosciuti come un alimento essenziale in una dieta che ci aiuta a vivere a lungo e in salute: ricchi di antiossidanti e fibre, aiutano a prevenire malattie cardiovascolari e diabete. La FAO riconosce che sono fondamentali per la sicurezza alimentare, in quanto sono una fonte di proteine e micronutrienti a prezzi accessibili e possono essere conservati per un lungo periodo. Inoltre, una dieta ricca di legumi fa bene all’ambiente: i legumi richiedono meno input e arricchiscono il suolo fissando l’azoto. La loro coltivazione ha un impatto minore rispetto alle proteine animali, perché comporta meno emissioni di gas serra e un’impronta idrica ridotta.
“Il messaggio di Slow Beans è chiaro: tutte e tutti possiamo fare del bene al Pianeta, rivedendo le nostre abitudini alimentari e privilegiando il consumo di fonti proteiche vegetali. I legumi sono alleati del suolo fondamentali per fronteggiare la crisi climatica nella transizione verso sistemi alimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili”, le parole di Roberta Billitteri, vicepresidente di Slow Food Italia.
Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

L'Accademia Italiana della Cucina festeggia i 70 anni dell'istituzione

Articolo Successivo

Un significativo e importante contributo a favore dell'Ail