Dissesto Provincia, pubblicato l’avviso di rilevazione della massa passiva
L’editoriale: Ascoli, una reazione di cuore
ASCOLI – Quella di ieri può essere davvero un crocevia importante per i ragazzi di Zanetti.
Una partita iniziata male. Abbiamo sofferto la loro organizzazione, il loro essere corti, i loro raddoppi in fascia.
Le loro catene laterali ci avevano tolto la possibilità di andare di 1vs1.
Troppo spesso, presi dalla foga, abbiamo sbagliato l’ultima scelta. Troppo spesso abbiamo cercato la profondità in maniera errata.
Ci siamo ritrovati sotto di due gol, meritatamente.
Splendida la difesa di palla (e troppo “leggeri” noi nell’andarla a contestare) di Rivière sul primo gol calabrese.
Un’altra percussione di Pierini sulla fascia di Andreoni (una delle poche sbavature della sua parita) induce all’errore Brosco.
Tante le discussioni sul rigore. Per alcuni è cercato, per altri è “generoso”. Guardando altri casi simili, il metro preso dalla classe arbitrale ci induce a pensare che quella sia stata una chiamata corretta.
Non fa’ nulla per restare in piedi e lascia la gamba, d’altra parte non possiamo negare l’evidenza del contatto.
Rigore conquistato con tanto mestiere.
Fin qui la loro organizzazione ci aveva spinto ad un passo dal “baratro emotivo”.
Un plauso al pubblico che non ha mai smesso di cantare. Hanno dimostrato una voglia di lottare fino alla fine.
L’Ascoli ha avuto la bravura di non uscire mai dal campo. Anche nelle avversità, ha continuato a provare a palleggiare.
Un rimpallo ha premiato il nostro coraggio. La palla finisce sui piedi di Da Cruz, la pulisce e serve Ninkovic – spendido anche il taglio di Ardemagni che gli toglie un uomo ed apre il corridoio – che la incrocia…
Un gol che ci mette nella condizione di lottare ancora al ritorno dagli spogliatoi.
Il Cosenza, per onor del vero, si trascina un annoso problema strutturale: il calcio di Braglia è estremamente dispendioso nel suo pressing. Tale vocazione lo porta a dei vistosi crolli fisici.
Succede che i reparti non riescono a stare corti ed il nostro tasso tecnico superiore inizia a farsi sentire.
Basta pensare alla partita di Petrucci: soffocato nel primo tempo (con un giallo preso di pura foga), ordinato ed equilibratore nel secondo.
Il campo pesante ci spinge a fare una scelta logica: viene chiamato in panchina Ardemagni (due gol annullati per suoi offside) per far entrare Scamacca.
Meraviglioso il taglio sul suo primo gol – lasciato colpevolmente solo dalla linea difensiva calabrese -; testardo e caparbio nel secondo. Un gol (quest’ultimo) che chiude una rimonta di grinta e di cuore. Una rimonta che può (e deve) diventare una cartolina di presentazione per noi ed i nostri avversari. Una rimonta sofferta e meritata – siamo sopra ogni tipo di stats della gara – che ci rimette in linea con nostri obiettivi stagionali.
Ma il vero giocatore che ci accende è Nikolino.
Ieri si è visto, in maniera lampante, un fantasista al servizio della squadra e della causa bianconera.
Illuminante negli assist e bravo a non “perdersi” quando li sbagliava…
Cavion, invece, sta diventando sempre più prezioso a centrocampo. Le sue sgroppate sono state utili per tener sempre in apprensione i nostri avversari (non a caso è il calciatore che ha tirato di più verso la porta).
Una prestazione che rimette sotto gli occhi il legame tra la rosa ed il proprio mister. Quest’ultimo ha provato in ogni modo a portarla a casa. Durante la partita siamo passati dal solito 4312 al 4231, chiudendo la partita con un 424.
Adesso siamo chiamati a mettere in campo la stessa grinta fuori casa, visto che le prossime tre partite (una di Coppa Italia) saranno lontane dal Del Duca. Provando a far tesoro delle nostre caratteristiche e mostrando questo spirito indomito, riusciremo a continuare il nostro percorso di maturità, anche quando non si ha tutto uno stadio a favore.
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