Beko ,Acquaroli a Comunanza per incontrare Sindaco, sindacati e lavoratori
Le Marche attrattive per i trapianti di fegato
Tra il 2005 e il 2020 nelle Marche sono stati effettuati 601 trapianti di fegato. La nostra regione conferma di avere una notevole attrattività con flussi importanti da Umbria, Abruzzo, Campania per un totale di oltre 360 pazienti. I marchigiani inoltre scelgono le Marche: le uniche altre regioni che risultano attrattive sono Emilia Romagna e, in maniera molto meno importante, il Veneto. Lo dice la VALUTAZIONE DI QUALITÀ DELL’ATTIVITÀ DEL TRAPIANTO DI FEGATO 2000-2020 curata dal Centro Nazionale Trapianti.
L’analisi prende in esame le liste d’attesa, le probabilità di trapianto, i risultati del trapianto, le fasi del post-trapianto e di follow-up degli oltre 24mila trapianti di fegato effettuati in Italia tra il 2000 e il 2020. Un sistema che negli anni si è evoluto: nel 52% dei casi si arriva al trapianto entro i 6 mesi, con un miglioramento del 10% nel confronto fra i due periodi 2002-2013 e 2014-2020. Recentemente si è ridotta anche la possibilità di uscire dalle liste per decesso o peggioramento.
Migliorano i volumi di attività: in regione siamo passati dagli 11 trapianti del 2005 ai 52 del 2020 (in Italia da 7-800 dei primi anni 2000 agli oltre 1200 del 2019, con l’inevitabile, anche se contenuta, flessione del 2020 a causa della pandemia). Nel 2022 gli interventi sono stati addirittura 1474 con l’Italia che si è confermata come il Paese che realizza il maggior numero assoluto di trapianti di fegato in tutta Europa.
“Nelle Marche nel 2022 abbiamo realizzato la quota record di 105 trapianti, 15 in più dell’anno prima – sottolinea l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – di questi 46 sono stati di fegato e uno combinato di fegato e rene. La donatrice più anziana d’Italia è marchigiana: a 97 anni, 6 mesi e 29 giorni a Fabriano ha donato il fegato, poi trapiantato a un paziente dell’ospedale Torrette di Ancona. Con il Piano socio sanitario cercheremo di crescere ancora”.
I dati confermano la longevità del fegato: quasi il 50% dei donatori ha più di 60 anni, e il 26% è addirittura ultrasettantenne. Cresce la percentuale di sopravvivenza: nei pazienti adulti a 1 anno dal trapianto è pari all’87,2%, mentre a 5 anni è del 75,8%, ma nel periodo 2014-2020 la sopravvivenza a 1 anno sale a 89,5%, oltre 10 punti percentuali in più di quella osservata nel 2000.
Pochi ancora i trapianti da vivente, l’1,6% del totale negli ultimi 20 anni: dei circa 400 realizzati, un quarto ha riguardato pazienti pediatrici. Altra nota positiva: per i pazienti pediatrici la sopravvivenza a 1 anno era già mediamente superiore al 90% e negli ultimi anni è salita al 92,2%, e supera il 90% a 5 anni dal trapianto.
Cambiano anche le indicazioni al trapianto con un calo considerevole delle cirrosi epatiche a favore degli epatocarcinomi, i tumori al fegato. “Ringrazio la dottoressa Francesca De Pace, che da anni coordina il Centro regionale trapianti, e il suo staff per il grande lavoro svolto quotidianamente – conclude Saltamartini -. La donazione è simbolo supremo di generosità: è una scelta che ha salvato molte vite”.
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