Ascoli, Di Carlo: “E’ cambiato l’atteggiamento, complimenti alla squadra”
Lavoro, equilibrio e zero pressioni: rialzati Picchio, arriva una settimana cruciale
Dalle stelle alle stalle.
Lo sapeva bene Vujadin Boskov, che qualche anno fa spiegò al mondo come “ascolano o con piedi sotto terra o con piedi sopra cielo, mai ascolano con piedi sopra terra”.
UNA CLASSIFICA TROPPO CORTA – Perché se le due vittorie contro Como e Pescara avevano fatto volare l’Ascoli a 10 punti in classifica e a -1 dalla zona playoff, la doppia sconfitta con Modena e Crotone ha fatto piombare il Picchio a 10 punti in classifica e a +1 sulla zona playout. I bianconeri non erano fenomeni due settimane fa, non sono brocchi adesso. Semplicemente la classifica è ancora troppo corta per fare calcoli. Va bene guardarla per non scivolare troppo in basso, ma bisogna prendere gli spostamenti in graduatoria con le pinze. Bastano due risultati positivi per sognare la A, bastano due prestazioni negative per far già pensare alla Lega Pro. Lavoro, zero pressioni ed equilibrio emotivo. Il campionato è ancora lunghissimo.
COSA NON VA – E’ evidente però che la prestazione di ieri lascia – e non potrebbe essere altrimenti – l’amaro in bocca. Perdere con il terzo rigore concesso agli avversari in due partite fa male, ma l’ingenuità è stata commessa da Cinaglia e non certo dal direttore di gara. Perdere contro la capolista ci può stare, ma a deludere le aspettative è stato il (non) gioco del Picchio. Sempre in balìa dell’avversario, mai seriamente capace di impensierire Cordaz. Perché se i tifosi sugli spalti hanno avuto un sussulto solo al 15′ con l’impreciso colpo di testa di Grassi e al 99′ col palo esterno colpito dallo stesso ex Pontedera vuol dire che qualcosa non va. Cacia e Perez non hanno avuto un pallone giocabile. Il Crotone invece – un manipolo di ragazzini tutta corsa e voglia di emergere – si è trovato a occhi chiusi. Fraseggi brevi, sovrapposizioni, rapidi contropiedi. Se il Picchio non è capitolato deve ringraziare l’inesperienza degli uomini di Juric e un Lanni sempre tra i migliori in campo.
SOTTO CON GLI SCONTRI DIRETTI – Ora però bisogna guardare avanti. Per l’Ascoli si apre una settimana cruciale. Non da dentro o fuori, sia chiaro. Ma fare o non fare punti contro due dirette avversarie alla salvezza potrebbe risultare decisivo al termine del torneo. Martedì c’è la trasferta in casa dell’Avellino. Penultimo in classifica, una sola vittoria finora e la peggior difesa del torneo insieme al Como (16 reti subite). Poi sabato si torna al Del Duca con la Pro Vercelli. Cinque sconfitte nelle ultime sei gare, secondo peggior attacco del campionato (solo 6 gol realizzati) e un ruolino da incubo in trasferta (un punto conquistato su quattro gare e appena una rete segnata lontano da casa). L’Ascoli è chiamato al pronto riscatto.
Oh redazione ma nnù set capit o facciamo finta..è più di un anno che guardiamo il gioco di petrone..ma avete mai visto il calcio giocato in modo normale?
Contro l’arbitro niente da dire non campiamo scuse siamo nettamente inferiori e con un allenatore che non ha dato e sicuramente non dara’, perche’ non capace, un assetto tattico valido . PETRONE PRESUNTUOSO E ARROGANTE VATTENE VIA
Come al solito….sempre pronti solo a criticare !!!Ma andate a quel paese…
Critichiamo perche abbiamo un allenatore INCAPACE ma purtroppo la società’ e i giornali tutti continuano a difenderlo. Tanti anni fa il buon Costantino lo aveva mandato gia’ a quel parse. MODENA e CROTONE non abbiamo fatto un tiro in porta .
L’allenatore è inutile secondo me continuare con lui dato che il 90% della piazza non lo vuole e onestamente sul piano del gioco facciamo pena.Però va anche detto che gente che doveva farci fare il salto di qualità come cacia e canini ad esempio stanno rendendo praticamente zero sarebbero inutili anche per il Monticelli così.Ora come ora rimpiango sul serio altinier almeno ce la metteva la gamba. Cacia arcala da ssa pianta e comincia a gioca sennò puoi pure andare a fanculo a partire da dmn.