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L’Ast di Ascoli all’avanguardia nella cura delle neoplasie del sangue: la terapia con cellule CAR-T
L’unità operativa di Ematologia e Terapia cellulare dell’AST di Ascoli Piceno, diretta dal dr. Piero Galieni, è uno dei due centri delle Marche accreditato dalla regione per poter eseguire la terapia con cellule CAR-T.
Lo scorso 20 novembre è stato effettuato il primo trattamento al primo paziente affetto da linfoma e con le condizioni cliniche tali da poter beneficiare di questa terapia innovativa.
La terapia è stata ben tollerata, non si sono manifestate complicanze maggiori e il paziente è stato dimesso dopo circa 20 giorni di ricovero.
Il poter somministrare questa innovativa terapia presso lo stabilimento ospedaliero di Ascoli Piceno, è il risultato di un’ottima collaborazione tra molteplici professionisti di varie unità operative dell’AST. L’AST ha infatti costituito un CAR – T team multidisciplinare e multiprofessionale con ematologi, rianimatori, neurologi, trasfusionisti, cardiologi, farmacisti, ecc.. Fondamentale è l’assistenza infermieristica che viene assicurata da personale specificamente formato, afferente ad entrambi gli stabilimenti ospedalieri. La direzione medica di presidio e il Risk Manager hanno contribuito alla elaborazione delle istruzioni operative aziendali e alla predisposizione dei percorsi clinici dei pazienti.
La terapia con cellule CAR – T è un trattamento per le neoplasie ematologiche che prevede il prelievo di sangue del paziente, tratta i linfociti T prelevati in modo che vadano a colpire e distruggere le cellule tumorali del paziente stesso.
“Per la Ast di Ascoli è un traguardo importante – commenta la dr.ssa Natalini – la terapia con cellule CAR – T costituisce una valida alternativa terapeutica per alcuni pazienti con malattie neoplastiche dell’apparato linfatico e del midollo osseo la cui malattia è refrattaria ai trattamenti convenzionali. E’ una terapia costosa e non senza rischi per il paziente, ma può portare alla guarigione finora insperata. Un plauso a tutti i professionisti del Cart-t Team che sono esempio di alta professionalità e multidisciplinarietà.”
Il dr. Galieni illustra la tecnologia utilizzata: ”Si tratta di una tecnologia molto avanzata che prevede che i linfociti del paziente vengano prelevati mediante aferesi dal Centro Trasfusionale ed inviati ad un laboratorio specializzato di una ditta farmaceutica, dove vengono ingegnerizzati per potersi legare mediante specifici recettori (CAR) a strutture presenti sulle cellule tumorali (antigeni) e distruggerle. Prima di restituire queste cellule per essere infuse al paziente, le cellule CAR vengono moltiplicate in laboratorio per ottenere milioni di cellule modificate. Le cellule CAR-T vengono restituite dal laboratorio farmaceutico all’AST congelate e così vengono mantenute fino alla loro infusione, che avviene come una semplice trasfusione. Le cellule CAR modificate possono in tal modo agganciarsi all’antigene specifico presente sulle cellule tumorali, distruggendole. Questa terapia può essere utilizzata su un numero limitato di pazienti affetti da neoplasie dell’apparato linfatico (linfomi, leucemia acuta linfoide) che, purtroppo, hanno una ripresa di malattia a breve distanza dopo l’assunzione di terapie convenzionali o, addirittura, sono insensibili alle terapie “classiche”. Un vantaggio significativo del trattamento con CAR T è che le cellule non solo distruggono le cellule neoplastiche, ma si espandono dopo essere state reinfuse. Pertanto, dopo un solo trattamento CAR-T, le cellule rimangono nell’organismo e continuano ad attaccare il tumore per mesi o addirittura anni. Ovviamente questa terapia non è esente da problematiche per il paziente che la riceve, dovute alla formazione di sostanze infiammatorie prodotte dal trattamento. Le manifestazione che destano maggiori problematiche sono la Sindrome da Rilascio di Citochine Infiammatorie (denominata CIRS) che può determinare febbre, disturbi respiratori, calo della pressione arteriosa, che talvolta possono richiedere l’intervento del medico rianimatore ed il trasferimento del paziente in terapia intensiva e le manifestazioni neurologiche (denominate ICANS) che possono variare da semplici disturbi del linguaggio, apatia, modico sopore che può divenire marcato fino allo stato di non coscienza. Per anticipare le manifestazioni cliniche e neurologiche più importanti i pazienti vengono sottoposti prima di ricevere questo trattamento a valutazione laboratoristica, strumentale e clinica da parte del rianimatore e del neurologo. Il quadro neurologico viene frequentemente seguito durante la degenza mediante visite ed elettroencefalogramma. Un ruolo molto importate nella terapia con CAR-T viene svolto dagli infermieri, che sorvegliano il paziente e riferiscono al medico l’insorgenza di eventuali anche minime problematiche.”
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